“L’ordinanza emessa dal sindaco Massimiliano Presciutti rispetto alle limitazioni imposte ai cittadini di Gualdo Tadino e Gubbio rappresenta l’ennesimo atto di protagonismo di chi continua ancora a nascondersi dietro l’emergenza sanitaria per costruirsi un personaggio
politico per scopi propagandistici”.
A dirlo sono l’onorevole Virginio Caparvi e Alessia Raponi, rispettivamente segretario Umbria e consigliere comunale della Lega.
“Non è pensabile ghettizzare 30mila abitanti eugubini per il comportamento imprudente di una minima parte di essi e non è nemmeno giusto in un momento così delicato e in una zona economicamente fragile, procedere con delle restrizioni così stringenti facendo credere che gli episodi del 15 maggio scorso sicuramente scadranno in una nuova impennata del contagio nella città di Gubbio – dicono i leghisti – Stiamo vivendo un momento molto delicato della ripartenza dopo l’emergenza sanitaria e ogni amministratore deve rappresentare la propria missione con il massimo della responsabilità“.
Secondo gli esponenti del partito di Matteo Salvini, in questo momento “non è concepibile proseguire con atti di protagonismo che nulla hanno a che fare con la situazione sanitaria e con le reali necessità del territorio. Chi ha sbagliato il 15 maggio deve essere sicuramente punito sulla base delle disposizioni vigenti, ma di certo a pagare non devono essere due città intere, che nulla hanno a che fare con quel centinaio di persone che non hanno rispettato le restrizioni come avrebbero dovuto“.
“Bene ha fatto il Prefetto a revocare l’ordinanza di divieto di spostamento dei cittadini – concludono Caparvi e Raponi – spegnendo così i sogni di gloria mediatica del sindaco sceriffo Presciutti e riportandolo con i piedi a terra. Non è così che si amministra un
territorio, ci vuole più rispetto per la città di Gualdo Tadino e per la realtà di Gubbio che non è di certo rappresentata dal comportamento di poche persone”.