Nuova giornata a contagi zero in Umbria a fronte di 1.225 tamponi lavorati. Alle 8 di questa mattina rimangono 1.429 le persone contagiate nella nostra regione dall’inizio dell’epidemia. Scendono a 71 (-5) gli attualmente positivi.
I guariti sono 1284 (+5); risultano 15 clinicamente guariti (invariato). Nessun decesso nella giornata di ieri. Complessivamente i deceduti in Umbria, dall’inizio dell’epidemia, rimangono 74.
Scendono a 18 (-1) i pazienti positivi attualmente ricoverati; di questi 2 (invariato) sono in terapia intensiva.
Le persone in isolamento domiciliare sono 489 (-10), sempre alla stessa data risultano 21.629 (+387) persone uscite dall’isolamento. Nel complesso, entro le ore 8 del 22 maggio, sono stati effettuati 61.679 tamponi (+1225).
E mentre continuano ad abbassarsi i numeri del contagio, si alza invece la temperatura dello scontro tra la Regione Umbria e il Governo. Nello specifico nel mirino dell’amministrazione regionale ci sarebbero finite alcune dichiarazioni rilasciate da ministri sulla situazione di rischio (moderato) in Umbria (anche se nello specifico il ministro Boccia, parlando in una intervista di mobilità tra regioni, non avrebbe nominato l’Umbria), con l’assessore al turismo Agabiti che non ha escluso di adire le vie legali per chiedere i danni al Governo di Roma, in seguito al sistema di calcolo dell’Istituto Superiore di Sanità dal quale si ricava l’indice di contagio.
In effetti, al di là di qualsiasi tecnicismo, si fatica tantissimo a capire come possano essere messe sullo stesso livello l’Umbria e la Lombardia, ma anche l’Umbria e il Molise, che ha avuto un’impennata considerevole di contagi per il famoso corteo funebre di Campobasso del 30 aprile che ha innescato un notevole numero di nuovi positivi.
L’Umbria ha avuto due giorni, intorno alla fine di aprile, in cui si sono registrati rispettivamente i “picchi” di 9 e 12 contagi. Dei 21 complessivi, 12 sono emersi dallo screening a tappeto fatto a Giove e 3 provenivano da fuori regione. Per il resto i numeri assoluti, da diverse settimane in qua, sono stati sempre bassissimi, con una progressiva diminuzione di ricoverati, soprattutto in terapia intensiva.
“Questo meccanismo non funziona, è aberrante”, ha detto la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei intervenendo quest’oggi all’interno di “Effetto Giorno” su Radio 24. Tesei ha definito in questo modo il sistema di controllo dell’Istituto Superiore di Sanità che classifica il rischio di contagio all’interno delle regioni e che vedeva l’Umbria al pari di altre, quali la Lombardia. Vedeva, perchè oggi è stata riposizionata tra le regioni a rischio basso. Ma intanto, con i titoli sparati dai più importanti giornali nazionali, dai siti di informazione e dalle notizie date nei telegiornali, è emersa una immagine negativa dell’Umbria.
“Noi siamo la migliore regione italiana, ad oggi, per numeri assoluti; da giorni abbiamo zero contagi e una curva discendente: quindi – ha detto ancora la presidente della Regione – siamo la regione più tranquilla d’Italia”.
Tesei è poi tornata sul sistema di classificazione del rischio: “Non so quale stranissimo sistema abbiano adoperato, ma queste notizie stanno creando danni ad una regione che è pronta a ripartire. Ho parlato con il Ministro Speranza: è d’accordo con me, condivide che ci sia qualcosa da rivedere in questo sistema e – ha concluso – per questo, il ministro dovrebbe fare un suo comunicato”.
Sulla questione è intervenuto oggi pomeriggio il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, all’interno della conferenza stampa settimanale sull’andamento dell’epidemia di Covid-19: “L’indice Rt è oscillante nel Paese, è normale e segnalarlo non vuol dire assolutamente fare pagelle – ha spiegato il presidente dell’Iss – I casi di Umbria e Molise che hanno visto l’indice salire per alcuni focolai lo dimostrano: oggi quel dato è rientrato”.
Non sono state fatte pagelle, ma è altrettanto vero che una regione con i numeri tra i più bassi d’Italia e che punta ad attrarre turisti per rilanciare la propria economia, ha avuto di riflesso a quella classificazione (che avrà indubbiamente una base scientifica, ma che se non contestualizzata e commentata a dovere viene poi “sparata” freddamente dai mass media), un’immagine negativa che sta facendo fatica a togliersi di dosso.