Due ritrovamenti di cuccioli in poche ore sulle montagne dell’Appennino. Si tratta di due piccoli di volpe e di capriolo che sono stati consegnati ai carabinieri forestali i quali, a loro volta, li hanno affidati al centro Wild Umbria che si occupa del recupero della fauna selvatica ferita o in difficoltà.
Il primo è stato trovato da una persona in giro per funghi presso il valico di Fossato di Vico. Lungo un sentiero ha visto un cucciolo di volpe abbandonato, in grande difficoltà in quanto pieno di larve di mosca. L’uomo lo ha quindi portato all’ambulatorio veterinario San Francesco per le prime cure. “È sempre meglio lasciare i cuccioli in natura – ha detto il dottor Emanuele Biscontini – ma vista la situazione ha pensato di portarlo in ambulatorio. Dopo un primo trattamento di emergenza abbiamo allertato i carabinieri forestali.“
A Scheggia invece un gruppo di ragazzini ha trovato su una strada di campagna un cucciolo di capriolo che era insieme alla mamma che, alla vista di esseri umani, è fuggita. I bambini hanno pensato ad un abbandono del cucciolo da parte della mamma e hanno così raccolto il piccolo, consegnandolo ai carabinieri forestali della locale stazione.
I militari, dato che la mamma difficilmente riprenderà il cucciolo in quanto toccato dagli uomini, lo hanno quindi affidato al centro Wild Umbria che, quando sarà il momento, provvederà a rilasciarlo.
NON TOCCARE I CUCCIOLI DI CAPRIOLO – “In questo periodo può capitare di imbattersi, nell’erba alta di un prato o nel fitto del bosco, in un cucciolo nato da poco, che non reagisce alla presenza dell’uomo e che può sembrare abbandonato. Ma non è così: gli animali stanno bene e nei primi giorni di vita questo comportamento istintivo li mette al riparo dal rischio di essere predati – spiegano i carabinieri forestali – Per garantire la loro sopravvivenza non bisogna toccarli, ma lasciarli dove sono e allontanarsi rapidamente, così la madre può tornare ad accudirli. Se li tocchiamo e lasciamo loro addosso il nostro odore la madre, che si è allontanata solo temporaneamente, al suo ritorno può non riconoscerli più e, a questo punto, abbandonarli”