Le acque provenienti dalla rete idrica sono sicure per quanto riguarda la presenza di fibre appartenenti alle diverse tipologie di amianto, quali il serpentino e anfiboli.
Questo è quanto emerge dagli esiti delle analisi condotte dal laboratorio di igiene industriale del dipartimento di prevenzione della Usl Umbria 1, in seguito al protocollo d’intesa del 15 gennaio scorso con Umbra Acque.
Le analisi sono state eseguite su 40 campioni prelevati su circa 135 chilometri di condotte in cemento amianto, utilizzando la tecnica della microscopia elettronica a scansione.
Dall’esame dei primi dati, provenienti da 135 chilometri di condotte in eternit, risulta che il 94% dell’acqua che passa nelle tubazioni non presenta fibre di amianto superiori alla soglia di rilevabilità.
Il restante 6% ha mostrato valori oscillanti tra 1.206 fibre per litro di acqua e 2813 fibre per litro di acqua. Si tratta di valori che, pur in assenza di riferimenti nazionali, si pongono comunque ampiamente al di sotto dei limiti di accettabilità proposti dall’Agenzia americana Epa, pari a 7 milioni di fibre per litro di acqua.
Il programma di monitoraggio ha previsto anche l’analisi di campioni di acqua prelevati a monte dell’acquedotto (sorgenti e pozzi), per escludere una possibile contaminazione naturale e nei prossimi mesi verranno effettuati altri campionamenti, con le relative analisi, fino al monitoraggio completo della rete idrica territoriale entro il 2020.
Questi primi dati, oltre a confermare la qualità delle acque distribuite, rappresentano anche un’utile guida per una più puntuale programmazione della sostituzione delle reti realizzate con tubi di cemento amianto, consentendo di concentrare prioritariamente gli interventi in quelle zone dove le analisi evidenziano una presenza seppur minimale e ampiamente al di sotto dei limiti di accettabilità, di fibre di amianto.