La decisione della Giunta Tesei di aumentare da uno a tre i giorni previsti per il ricovero per l’aborto farmacologico, diventa un caso nazionale. Secondo il gruppo consiliare di maggioranza Gualdo Futura questo è un “un salto spazio-temporale che fa ripiombare la regione Umbria nel pieno medioevo“.
Il gruppo consiliare, con un comunicato stampa a firma della capogruppo Emanuela Venturi, oltre ad “esprimere tutta la solidarietà e l’appoggio alle associazioni di difesa dei diritti femminili ed alle associazione Nazionale di Ginecologia, vede in questa delibera regionale un gravissimo atto che invalida il diritto delle donne alla piena autodeterminazione ed alla salute esponendole di fatto ad una probabilità di contagio più elevata e che vede usurpato anche il diritto alla riservatezza“.
“In un momento di diffusione pandemica in cui sono fortemente contingentati e ponderati i ricoveri ospedalieri la nostra Giunta Regionale opera scelte del tutto contrarie – ribadisce Gualdo Futura – riportando l’obbligatorietà dello stazionamento per tre giorni in caso di aborto. Tutto ciò sicuramente non pensando alla salute, sia fisica che psicologica, delle donne e senza considerare le gravissime ripercussioni che deriverebbero dal ricorso agli aborti clandestini”.
“Piuttosto che potenziare le strutture di prossimità e di aiuto alla gestione della salute della famiglia, come avrebbe suggerito un periodo di forte criticità sanitaria, la Giunta Tesei preferisce accarezzare gli ego di una lobby di elettori ed usurpare i diritti delle frange più esposte della popolazione, in prima linea come da sempre le donne. Questo insieme ad altri segnali ci preoccupano fortemente e ci mostrano le evidenti tracce di un gravissimo e pericolosissimo periodo di regressione culturale” – conclude il gruppo consiliare.