Frillici, Gentilucci, Angeletti, Pasquarelli, Angeli, Pascucci. Sono solo alcuni dei nomi che nel 1920 si misero intorno ad un tavolo da qualche parte del centro storico di Gualdo Tadino per costituire la SCAT, la Sport Club Audax Tadino. Cognomi marcatamente gualdesi per fondare una polisportiva che iniziò a organizzare gare podistiche, ciclistiche, di tiro alla fune e calcistiche. Una delle prime manifestazioni organizzate è datata settembre 1922. Il 29, giorno di San Michele Arcangelo. L’ultima settimana di settembre: caso? Destino?
Inoltre fu il 15 gennaio 1924, per festeggiare il sesto centenario della nascita del Beato Angelo patrono della città, che si disputò un mini torneo di calcio nel piazzale di fronte l’ospedale Calai. Sport e tradizioni cittadine insieme.
Insomma, la SCAT entrò subito nel midollo osseo dei gualdesi e ci entrò di diritto anche il calcio, che quindi quest’anno festeggia i 100 anni di presenza nella nostra città.
Tante le gesta che si dovrebbero raccontare, gli aneddoti, le storie vere di una società che non solo mai è scesa, in 100 anni, al di sotto della attuale Promozione, ma che è salita fino alle soglie di una serie B quando la serie B aveva un seguito quasi ”europeo”.
Si parla sempre di Gualdo dei miracoli, ma i miracoli li fanno i Santi; la storia del Gualdo è invece fatta di uomini che hanno dato tutto per una passione e per una città, perché il calcio è – e sempre sarà – null’altro che appartenenza. Se non c’è, il livello si abbassa e si va a scomparire. Inevitabile.
Tante sono state le facce del Gualdo. Dalla Scat dei padri costituenti gualdesi, al Gualdo delle sfide e disfide allo stadio Comunale di via Lucantoni. Il Gualdo degli uomini di passione, Carlo Angelo Luzi e Angelo Barberini, resi immortali non solo dalle loro imprese imprenditoriali, ma anche da quelle sportive. Il Gualdo degli anni ’90, quello per cui “la Città della Ceramica” fu momentaneamente accantonata e sostituita dalla Città che contendeva la serie B ad Avellino, Cosenza, Lecce e Ternana.
Scegliamo ufficialmente il 24 giugno per ricordare il compleanno del Gualdo, perché un oggi di venticinque anni fa, proprio a quest’ora, Gualdo Tadino non era a Gualdo Tadino, ma a Pescara. Più di trenta i pullman, innumerevoli le auto che portarono non 3.500 persone, ma tutta la città in riva all’Adriatico. Si partì non tanto per assistere ad una partita di calcio, ma per poter essere testimoni di un giornata storica. In qualsiasi modo fosse finita.
Finì male, si sa. Ma come abbiamo scritto cinque anni fa, quel 24 giugno 1995 fu uno dei giorni in cui veramente quindicimila persone, nessuna esclusa, si unirono intorno alla città e resero onore alla parte più nobile dello sport. Non del calcio, ma dello sport in generale: il senso di appartenenza. Può essere a una squadra, a un ideale, a una città, a quello che vi pare, ma l’appartenenza è comunque “avere gli altri dentro di sé”. L’appartenenza mette radici nell’anima. E non è poco.
In 100 anni, o quasi, il Gualdo ci ha fatto ridere, piangere, esultare, imprecare. Ci ha regalato storie che sono diventate leggende, presidenti a cui sono state intitolate piazze e impianti sportivi, ha educato migliaia ragazzini a diventare uomini e ha aiutato uomini a sentirsi tanto gualdesi. Insomma oggi, proprio oggi, in attesa che venga pensato qualcosa di ufficiale per festeggiare un vero e proprio patrimonio storico della città, un Buon Compleanno Gualdo ci sta tutto!