Sigillo, presentati i dati del “Telefono amico”: coinvolte persone ultrasessantacinquenni

Emerse necessità di un centro di aggregazione e un servizio di assistenza domiciliare e aiuto domestico

Sono stati presentati i dati finali della prima fase del progetto “Telefono amico” finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e realizzato dall’impresa sociale FragileForte con il patrocinio del Comune di Sigillo.

Il progetto, rivolto alla fascia di popolazione anziana del comune di Sigillo, compresa tra i 65 e gli over 80 anni, ha raccolto, in questa prima fase, i bisogni degli anziani attraverso contatti telefonici a domicilio, in vista della seconda fase che vedrà coinvolti più anziani in più comuni della fascia montana implementando sistemi avanzati di telemedicina e teleassistenza (e-health) a sostegno dell’anziano per permettergli di rimanere il più a lungo possibile nel proprio nucleo familiare o semplicemente al domicilio.

Dai dati raccolti è emerso che gli anziani che vivono nel territorio di Sigillo da soli sono nettamente inferiori rispetto a quelli che vivono con altre persone. La maggior parte vive con i propri parenti che siano coniugi, figli e nipoti, in 7 casi è emerso che gli anziani abbiano con un assistente familiare e in tutti i casi dove non sono presenti i figli ci sono parenti prossimi nel territorio o nei territori limitrofi.

La rete familiare rappresenta la rete primaria di supporto all’anziano e gli anziani in caso di forte necessità si rivolgono ad amici e vicini di casa, ad esempio per andare a fare la spesa. Questo dimostra che nel territorio c’è un forte senso di solidarietà e altruismo che rende la comunità coesa. Infine, molti anziani hanno contatti continui con parenti, vicini e amici e ritengono di avere nella realtà in cui vivono tutto ciò di cui hanno bisogno. Sono state principalmente due le necessità rilevate: quella di avere un centro di aggregazione e un servizio di assistenza domiciliare e aiuto domestico.

“Abbiamo contattato nei mesi di maggio e giugno un campione di circa 130 anziani di età compresa tra i 65 anni e gli over 80 – ha spiegato l’assistente sociale di Casa Benedetta Lucia Biscarini Gli intenti erano due: dimostrare attenzione, empatia, vicinanza a delle persone che potevano restare isolate durante l’emergenza e creare un’analisi dei bisogni per poter fare una progettazione per il futuro. Dalle telefonate ho avuto un grande riscontro su alcuni aspetti: la popolazione di Sigillo è stata molto riconoscente per questa vicinanza, per averli pensati, ho registrato inoltre grande stima verso il Comune e ho notato una conoscenza da parte degli anziani del mondo del volontariato, dell’associazionismo e dei servizi che vengono offerti”.

“È un progetto iniziato quasi in sordina, ma che può avere sviluppi interessanti – ha commentato il vicesindaco di Sigillo Annalisa PaffiPenso che sia la prima volta che qui a Sigillo si tenti di capire come vivono gli anziani. In questa fase di emergenza non ci eravamo dimenticati di loro, che Papa Francesco definisce ‘le nostre radici’. Sono quindi partite le chiamate dalla Cooperativa  FragileForte  grazie all’assistente sociale Lucia Biscarini, e successivamente abbiamo pensato di elaborare le informazioni e di realizzare una banca dati, grazie alla dottoressa Michela Betti Sorbelli dei Servizi Sociali di Sigillo, che ci permettesse di individuare i reali bisogni degli anziani”.

La seconda fase di questo progetto è quella di realizzare nella Fascia appenninica, che va da Scheggia a Fossato di Vico, una zona “elderly-friendly” attraverso una serie di azioni che possano intervenire sull’anziano a partire dalle prime fragilità fino all’ospedalizzazione a causa  del peggioramento delle condizioni di salute. Favorire  l’invecchiamento attivo, differenziare e migliorare il livello di efficacia delle prestazioni erogate e avere una sempre più forte interazione con la società ed il territorio attraverso una maggiore adeguatezza delle risposte ai bisogni e all’incentivazione degli scambi sociali tra persone anziane, enti pubblici, altre associazioni.

All’incontro  ha  partecipato  anche  il  responsabile  progetti  della  Fondazione  Cassa  di Risparmio  di  Perugia  Sergio  Pieroni,  che  ha  affermato: “In  questa  situazione  di emergenza  la  Fondazione ha trovato risorse per 1.800.000 euro  messe  a  disposizione immediatamente per l’acquisto di ventilatori e test rapidi e poi questo bando da 480.000 euro con il quale sono stati finanziati 72 progetti. Questo è un modo concreto di fare rete, la Fondazione si spingerà sempre più a ricoprire il ruolo di facilitatore, per mettere in contatto enti e realtà sociali perché i progetti  migliori si realizzano insieme. Il progetto di Fragileforte è molto interessante sia per il modo scientifico in cui è stato portato avanti, sia per la sua utilità sociale.

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Redazione Gualdo News
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