In questi fumosi giorni a cavallo tra l’autunno che sbiadisce e l’inverno che bussa alla porta, con le nuvole basse che conferiscono alla nostra città un’atmosfera quasi britannica, un tocco di meraviglia, alla Carroll, è piombato a illuminare un periodo molto difficile e delicato.
E chi, se non gli artisti, e la loro (giusta) spregiudicatezza potevano farlo? Parliamo di Edoardo Mariani, giovanissimo, eppure, è il caso di dirlo, con un sogno in testa ben preciso. L’eleganza d’un capo che attraversa il tempo e lo spazio: il cappello.
Abbiamo intervistato Edoardo, chiedendogli come sia nato questo amore che lo ha portato a prendere la decisione di aprire, proprio in questi giorni, un temporary shop in centro. “La mia passione è nata crescendo all’interno del gruppo corteo storico della Porta di San Martino – ci rivela – ma la folgorazione è avvenuta alla vista d’un dipinto del Pisanello”. Edoardo continua descrivendoci come il suo progetto abbia preso il volo proprio durante la quarantena. Il giovane ha avuto modo di studiare meglio i lavori e le forme da realizzare, d’ispirarsi alle raffigurazioni di Lorenzo il Magnifico, accostarsi alle forme rinascimentali e ai lavori del Gozzoli, giungendo fino a Bologna, dove ha potuto incrementare la sua conoscenza frequentando un apposito corso dedicato. “Spesso immagino di farli per personaggi famosi”, ci rivela.
In estate sono poi nati i primi cappelli in paglia. “Mi hanno aiutato e sostenuto tutti i miei amici. Anche la mia famiglia, pur volendo che io continui a studiare, appoggia questo mio sogno” continua, e ringrazia infinitamente l’amico, e punto d’appoggio imprescindibile, Andrea Garofoli, con lui in questa avventura. Andrea si occupa della comunicazione, dei clienti e del negozio, ma è stato anche uno di quelli che nei momenti di sconforto ha spronato Edoardo a credere in sé stesso e nel suo sogno.
Un sogno che all’inizio, proprio quando ha deciso di tuffarsi nel temporary shop, faceva paura. Si ha spesso infatti timore del giudizio altrui, di quel che la gente possa pensare. Ma il riscontro è stato più che positivo, e il Messaggero gli ha dedicato un articolo nel quale compare il soprannome stesso di Edoardo: “Cappellaio Matto”.
I cappelli e le fasce in lana, che come ci spiega “vogliono creare calore e sapore di casa pur rielaborandosi e guardare all’innovazione” sono disponibili in Piazza Martiri, all’inizio di Via Calai, nei locali già della Cartolibreria dei Fratelli Zuccarini, ma potete trovarli anche nella pagina Facebook “Cosa mi passa per la testa”.
“In tutto c’è una morale, se la si sa trovare”, scriveva Carroll, giacché abbiamo parlato di atmosfere inglesi e di cappellaio matto. E la morale qui è una luce che spinge a fare sempre meglio, che sprona a seguire l’esempio di chi si mette in gioco con la propria arte e la propria professionalità per migliorare il nostro futuro e l’avvenire dei più giovani. Soprattutto in questo momento storico. Ci uniamo nel fare i complimenti a Edoardo nell’augurargli uno splendido futuro.
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