Un funzionario della Regione Umbria è indagato con l’accusa di corruzione, dato che avrebbe preso soldi per evitare che si controllassero delle cave sottoposte a sequestri o sospensioni. Il fatto è ancora più grave, perchè c’è di mezzo anche un traffico illecito di rifiuti speciali, che sarebbero andati a finire proprio in quelle cave. Una delle quali è proprio a Gualdo Tadino, dove fra l’altro veniva anche prelevato abusivamente del materiale inerte da utilizzare nei cantieri.
L’inchiesta è condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona insieme ai Carabinieri Forestali del capoluogo marchigiano e coinvolge, oltre al funzionario della Regione, altri 20 indagati che avrebbero messo in atto il traffico illecito di rifiuti. Senza spese di conferimento è evidente il guadagno delle persone e delle imprese indagate. Quest’ultime della zona di Gubbio e Città di Castello.
I rifiuti, fatti passare per terreno vegetale idoneo alla rinaturalizzazione, venivano sepolti presso cave sequestrate e l’assenza di controlli facilitava il tutto. Assenza di controlli resa possibile con il concorso del funzionario della Regione Umbria, un altro della Regione Marche e di un dirigente del comune di Fabriano.
Il traffico è stato quantizzato in oltre 600mila tonnellate di rifiuti pericolosi, molti dei quali potrebbero essere stati occultati proprio nella zona di Gualdo Tadino.