Un manuale d’immenso valore storico e di recupero della memoria, quello di Arnaldo Picuti. Il libro, edito da “Il Formichiere” sul finire del 2020, ci riporta un evento che, come spiega la stessa prefazione, la storia ha condannato quasi all’oblio. Un dono ai suoi amici gualdesi, racconta l’autore nelle emozionanti pagine che rivelano una breve ma intensa fotografia della Gualdo dei primi del XVI secolo, una nuova rivelazione quanto mai preziosa.
Le pagine scorrono con piacere rievocando i tumultuosi anni di Cesare Borgia, il Valentino, figlio di papa Alessandro VI, e tratteggiando la silhouette del nostro protagonista, nientemeno che Nicolò Machiavelli, attraverso una serie di carteggi inviati dai luoghi ove risiedeva, in qualità d’ambasciatore.
Il 5 gennaio del 1503 il Machiavelli giunge a Gualdo, entra nella Rocca Flea per trascorrervi la notte e il giorno successivo, il 6 gennaio, verga una missiva destinata al Consiglio dei Dieci.
Nelle relazioni, il futuro autore del Principe non trascura alcun dettaglio sui movimenti del Valentino; si è da poco consumata la celebre “Strage di Senigallia”, in cui il Borgia aveva ordinato l’assassinio di Vitellozzo e Oliverotto: “Ma venuta la notte, e fermi e tumulti, al duca parve di far ammazzare Vitellozzo e Liverotto; e conduttogli in un luogo insieme, gli fe’ strangolare.” Così scriverà nella sua opera “Descrizione del mondo tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo e il duca Giovanni Orsini”.
L’autore, Arnaldo Picuti, nato a Bevagna nel 1934, si descrive come colui al quale, abbandonati i tomi del codice civile e penale, piace aprire Tucidide, Dante e Leopardi, per purificare lo spirito. Ama Machiavelli fin dall’epoca del liceo, quando lo scoprì attraverso una biografia di Giuseppe Prezzolini (Vita di Nicolò Machiavelli, Milano, Mondadori 1948), e ricorda anche Monsignor Gino Sigismondi, studioso e religioso gualdese, vescovo di Nocera.
La magistrale prefazione di Carlo Cambi, nota firma giornalistica per Repubblica, La Verità, Panorama e l’Espresso – solo per citare alcune testate – ci introduce nell’analisi storica proponendo una vera e propria “epifania” dello storico e filosofo Machiavelli, giacché il suo soggiorno gualdese avvenne proprio in concomitanza dell’Epifania.
Una lucidità che non sembra trasparire dalle sue missive, piuttosto intrise d’una fortissima esigenza di comunicare, ma che in fin dei conti contengono, tra le righe, gli stessi ideali che avrebbero fatto sì che dieci anni dopo sarebbe nato il Principe. Una suggestione non da poco, pensare il Machiavelli che per la prima volta medita sulla potenziale creazione della sua famosa opera proprio a Gualdo, sotto le nostre montagne, in un momento della nostra storia che va assolutamente ricordato.
È lo stesso Carlo Cambi in prefazione, a portare all’attenzione la moderna volontà di cancellazione del passato per un eterno presente infecondo e distruttivo, un revisionismo storico attuale e pericoloso. Il volume, consigliatissimo, è impreziosito dalla nota finale di Daniele Amoni, celebre firma gualdese, fotografo e storico famoso per le sue numerose ricerche e i suoi scritti. Nel finale Amoni ci fa immergere nella storia della Rocca Flea, vera protagonista, assieme al Machiavelli, del testo intero, ripercorrendone i fatti salienti. Da non perdere nemmeno le illustrazioni di Lucio Manna, disegnatore per numerose edizioni italiane e straniere e membro dell’Accademia di Belle Arti di Perugia.
Un lavoro di ricerca e studio prezioso, che aggiunge un nuovo tassello, togliendolo dall’ombra della storia, alla linea temporale della città di Gualdo Tadino, che non sembra più poi tanto noiosa, come molti vorrebbero far credere, grazie alle attente produzioni degli ultimi tempi.