Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Recovery Plan, con la ventilata ipotesi di variante tra Foligno e Fossato di Vico, i sindaci di Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Valtopina e Fossato di Vico hanno diramato un comunicato stampa congiunto in cui si ribadiscono quello che è stato da sempre il loro pensiero sul tema: “Chi oggi continua strumentalmente a riproporre ipotesi di variante rispetto al tracciato esistente ed immediatamente cantierabile, rischia seriamente di compromettere per sempre la realizzazione di un’opera che l’Umbria aspetta ormai da troppo tempo e che bisogna portare a compimento senza se e senza ma, così come è stata pensata e progettata”
“Tra le opere che il Recovery Plan approvato nella serata di ieri ha individuato tra le priorità – scrivono i Sindaci – figura giustamente ed inequivocabilmente il raddoppio ed il relativo completamento dopo decenni di attesa della tratta ferroviaria Orte-Falconara, che diventerà una linea veloce a servizio di cittadini ed imprese e nodo strategico nel collegamento per persone e merci. Nell’esprimere soddisfazione per l’inserimento nel piano nazionale di un’opera strategica, auspichiamo la nomina del Commissario sul modello “Genova” nel più breve tempo possibile e allo stesso tempo ribadiamo con forza la necessità di avviare la fase di gara per l’affidamento dei lavori rispetto al tracciato esistente ormai da tempo individuato e per il quale tutte le municipalità interessate si erano espresse già da tempo in modo favorevole”.
Nel ribadire la netta opposizione a qualsiasi ipotesi di variare lo storico tracciato, i Sindaci auspicano di spendere in maniera produttiva le ingenti risorse che arriveranno dall’Europa: “Dobbiamo farlo anche in Umbria in maniera seria, veloce e ascoltando le istanze del territorio. Perdere un’occasione come quella che abbiamo di fronte per inseguire una fantomatica quanto cervellotica variante di cui da troppo tempo si parla, tutta da progettare con costi di gran lunga superiori e tempi non compatibili con le esigenze dei cittadini e delle imprese umbre, significherebbe creare un danno irreparabile all’Umbria e al Paese, che vedrebbero archiviata per sempre un’opportunità di sviluppo che tanti territori aspettano ormai da decenni, proprio nel momento in cui invece servirebbe correre e di gran lena verso la realizzazione del raddoppio”.