Il medico gualdese Francesco Sepioni, dopo la traversata a bordo della nave rompighiaccio italiana “Laura Bassi”, ha raggiunto l’Antartide e fino alla fine del mese di gennaio sarà il responsabile medico del team di scienziati che operano nella base italo-francese Concordia, situata in uno dei posti più freddi del pianeta dove le temperature esterne arrivano a -80°C. Un luogo in cui la luce del sole manca per nove mesi, dove l’aria è estremamente secca, l’ossigeno è carente e dove non esiste alcuna forma di vita, nemmeno virus e batteri.
Lì il dottor Sepioni ha aggiunto simpaticamente un segnale di indicazione stradale per Gualdo Tadino, distante 15.240 km.
Concordia è una delle due basi scientifiche italiane in Antartide. Mentre la Stazione Mario Zucchelli è completamente italiana, la Stazione Concordia è stata costruita ed è gestita in collaborazione con la Francia.
La Stazione Concordia si trova sul plateau antartico orientale, nel sito denominato Dome C, un’altura a 3230 m slm, distante circa 1200 km dalla costa, oltre 1000 km dalla Stazione italiana Mario Zucchelli e dalla stazione francese Dumont d’Urville, e a 1.670 km dal Polo Sud geografico.
Il dottor Sepioni ha pubblicato alcune affascinanti immagini, dal suo sbarco in Antartide alla base Mario Zucchelli fino al suo trasferimento a Concordia, e sabato mattina, come già sabato scorso dalla nave “Laura Bassi”, Radio Tadino, nel programma “Amici Miei”, proverà a collegarsi con lui per raccogliere alcune impressioni sulla vita all’interno di questa stazione che è il posto più isolato della Terra e assomiglia a un ambiente extraterrestre.
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Il ricercatore italiano Marco Buttu ha scritto un libro sulla sua esperienza a Concordia e non a caso l’ha intitolato “Marte Bianco”, perchè in quella stazione si fanno anche esperimenti per capire a quali condizioni potrebbero andare incontro gli uomini in una futura base sul pianeta rosso.
Iniziata a costruire nel 1998 e terminata nel 2004, la stazione Concordia è aperta ininterrottamente dal 2005, anche durante il gelido inverno australe, quando le temperature raggiungono anche i -80°C. Durante l’estate, dai primi giorni di novembre fino alla prima decade di febbraio, ospita fino a 34 tecnici e ricercatori; poi i “winter over”, un piccolo gruppo di circa 16 persone, rimangono in completo isolamento per nove lunghi mesi, per proseguire le attività durante l’inverno polare. Lasceranno la stazione solo all’arrivo della nuova spedizione, a novembre.
Una stazione internazionale
Oltre ad ospitare francesi e italiani, la stazione Concordia è un punto di riferimento per la comunità scientifica internazionale impegnata nelle tante attività di ricerca svolte a Dome C. Qui i ricercatori trovano alloggio, supporto tecnico e logistico per facilitare le attività di ricerca in quei settori della scienza ritenuti strategici come l’astronomia, l’astrofisica, la sismologia, la fisica dell’atmosfera e la climatologia, ma anche la biologia e la medicina.
Per percorrere gli oltre mille chilometri che separano Concordia dalla costa e dalle altre stazioni scientifiche sono impiegati velivoli tipo Twin Otter, che trasportano il personale e il materiale leggero, mentre per trasportare i rifornimenti pesanti, vengono effettuate “traverse” di mezzi cingolati, che partono dal sito italo-francese Cap Prud’Homme e impiegano 7-12 giorni per raggiungere la base Concordia.