L’aumento di ricoveri nell’ultima settimana in Umbria rischia di portare la regione in zona rossa. “La zona rossa dichiarata sui dati di 14 giorni fa ha poco significato – ha affermato il direttore regionale Claudio Dario durante il consueto aggiornamento settimanale sullo scenario legato all’emergenza sanitaria in Umbria – Ma se vediamo i dati dell’ultima settimana si può cogliere che c’è stata una accelerazione importante sia sui ricoveri ordinari che di terapia intensiva”. A preoccupare la Regione è anche la situazione epidemiologica che ad oggi vede una netta separazione tra le province di Perugia (234,11 positivi per 100 mila abitanti) e Terni (69,81 casi per 100 mila abitanti).
Nelle ultime 24 ore in Umbria sono emersi 369 nuovi casi su 6.230 tamponi, dei quali 3.303 tamponi molecolari e il resto antigenici rapidi. La percentuale di positività è del 5,92%. 191 i guariti e altri 4 decessi con Covid-19 che portano il totale a 760. Crescono di 174 gli attualmente positivi, con 5.303 attualmente positivi nella regione.
Numeri in crescita negli ospedali, con 8 ricoverati in più rispetto a ieri (complessivamente 392) di cui 4 in più in terapia intensiva, dove sono assistiti 54 pazienti.
A Gualdo Tadino continua invece la decrescita degli attualmente positivi. Nelle ultime 48 ore sono stati registrati 4 nuovi casi e 10 guarigioni, con gli attualmente positivi presenti nel territorio comunale che scendono a 46.
POSSIBILE VARIANTE UMBRA? – In riferimento a possibili varianti del Sas-Cov 2 in Umbria, il direttore Dario e il commissario hanno spiegato che i tamponi positivi nell’iter generale vengono trasferiti all’Istituto superiore di sanità che effettua un sequenziamento per motivi di studio con conseguenti tempi di risposta più lunghi, mentre “abbiamo ritenuto – ha detto D’Angelo – di intervenire con il carattere dell’urgenza ad un sequenziamento da parte delle strutture regionali, per poi adottare modelli di gestione opportune. Quindi, oltre ad una valutazione delle caratteristiche sociali, che ci può spiegare il perché il virus si è sviluppato in un’area, si potrà aggiungere anche il sequenziamento del virus stesso”.
SITUAZIONE VACCINI – Per quanto riguarda l’approvvigionamento dei vaccini è stato reso noto che il 2 febbraio dovrebbero arrivare 4 vassoi Pfizer, di cui 1 sarà utilizzato per il completamento vaccinale dei soggetti a cui è stata somministrata la prima dose, mentre l’8, il 15 e il 22 perverranno altri 21 vassoi. Questo permetterà un totale di 28 mila dosi, quindi un ciclo completo per coprire 14 mila persone.
Del vaccino Moderna invece, l’8 e il 22 si attendono 9500 dosi di vaccino e si procederà secondo piano nazionale e regionale di intervento vaccinale, ovvero le categorie di soggetti previsti nella Fase 1, che comprende anche gli ultraottantenni. “Ci atterremo al Piano e in proposito – ha proseguito D’Angelo – è di questi giorni uno studio della Fondazione Gimbe che ha evidenziato che la Regione Umbria è la più appropriata nella somministrazione del vaccino alle categorie previste”.