Il Pd di Gualdo Tadino si si schiera al fianco dei dipendenti di Rocchetta Spa, che nei giorni scorsi si erano fatti sentire con un comunicato stampa nel quale criticavano apertamente la nascita del neo comitato della Fascia Appenninica a difesa delle sorgenti che, tra i suoi obiettivi dichiarati, ha lo stop agli emungimenti anche alle concessioni in essere.
Per il Pd questo è “l’ennesimo comitato istituito per far chiudere i pozzi e di conseguenza la stessa azienda“ e quindi si pone a sostegno dei lavoratori Rocchetta: “Siamo fermamente convinti nel sostenere la loro lotta – scrivono i Dem gualdesi – ora minacciati da una parte dall’operato della Comunanza Agraria Appennino Gualdese (che attraverso le varie denunce, ben 17, cerca di destabilizzare la proprietà aziendale) e dall’altra parte dalla attuale sezione locale del Movimento 5 Stelle, che chiede la chiusura dei pozzi e quindi il blocco dei prelievi di idrici, elemento cardine per l’attività aziendale.”
“Con gli anni la società è divenuta punto nevralgico della città – sottolinea il Pd – non solo per il forte contributo alle varie associazioni ed enti territoriali, ma anche e soprattutto grazie ai numerosi posti di lavoro che genera direttamente ed indirettamente nel tessuto economico gualdese.”
Nel mirino dei Democratici c’è soprattutto la Comunanza Agraria: “Da anni assistiamo sconcertati a prese di posizione, che se pur legittime, non sono condivise dalla maggioranza dei gualdesi e attestano, semmai, i continui tentativi di destabilizzazione, che contribuiscono all’impoverimento del nostro territorio già fortemente compromesso sotto l’aspetto economico e demografico”, scrivono, ricordando la richiesta di risarcimento per oltre 11 milioni di euro fatta pervenire dall’ente montano al Comune di Gualdo Tadino.
“Per dirimere la questione e non ledere l’intelligenza dei cittadini gualdesi occorre semplicemente
memoria – sottolinea il Pd – La Comunanza Agraria non è stata chiusa dal Comune di Gualdo Tadino, bensì dal 1976 l’ente montano ha deliberatamente scelto di consegnare i libri contabili all’ente comunale, rinunciando di fatto alla gestione dei terreni ad uso civico. Ancor di più il Comune, negli anni a seguire, si è fatto carico dell’assunzione dei dipendenti e del personale in capo alla Comunanza, nonché degli oneri relativi al mantenimento dei terreni acquisiti, con una differenza tra entrate ed uscite di circa 6.000.000. Solo nel 2016 alcuni cittadini gualdesi, in qualità di proprietari collettivi hanno ricostituito l’ente montano, che di fatto però non gode di rappresentatività neanche rispetto ai cittadini proprietari collettivi i quali in buona parte non vi risultano iscritti. Alla luce di ciò non può che apparire pretestuosa la richiesta della Comunanza Agraria, che ancora una volta non rinuncia a ledere il buon senso dei suoi stessi iscritti. L’ente montano difatti gode del riconoscimento giuridico e del diritto/dovere di gestire i terreni collettivi ad uso civico nell’interesse della comunità. Tuttavia, la gestione di questi anni sembra quanto mai interessata agli introiti economici rispetto alla tutela degli spazi montani per la cittadinanza. Non considerando poi che la spesa degli 11,5 milioni di euro a carico delle casse comunali ricadrebbe sulle tasche di tutti cittadini gualdesi.“
“Chiediamo quindi un cambio di rotta – conclude il Pd – Il problema non è l’esistenza di questo Ente, ma
probabilmente di chi ai vertici ne determina l’operato. La Comunanza Agraria dovrebbe
preoccuparsi di perseguire gli obiettivi per la quale è stata istituita e dietro i quali formalmente si
riconosce, come la tutela e la salvaguardia di alcune aree di patrimonio collettivo. L’odierna
gestione invece sembra più propensa a logiche individualistiche e meno al rispetto dei doveri e
degli spazi di propria competenza.”