Sull’annosa questione dello sfruttamento della risorsa idrica si registra anche l’intervento del comitato Pro Acqua Gualdo.
Riguardo a questo bene inalienabile, definito dall’Onu “il fattore indispensabile per la vita dell’intero pianeta” il presidente Alessandro Brunetti evidenzia che dal 2004 non sono effettuati studi scientifici sulla normativa specifica riguardo alla sostenibilità ambientale e sullo sfruttamento del sottosuolo, pertanto dal comitato si domandano come si possa sostenere che Gualdo Tadino non ha problemi di disponibilità di acqua.
Il Pro Acqua Gualdo, a tal proposito, intende ricordare la grave crisi idrica del 2002 durante la quale, tra l’altro, il quartiere San Rocco e le zone limitrofe rimasero tre giorni senza acqua potabile, quella ancora più grave del 2008 dove – scrivono dal comitato – le nostre sorgenti vennero rimpinguate dalle autobotti o quella del 2017 che addirittura ha portato Umbra Acque ad essere convocata in Parlamento”.
“Ma allora – si chiede Brunetti – perché si legge che non abbiamo avuto problemi di approvvigionamento dal 1995 e come mai la sorgente di Santo Marzio non viene monitorata”? E ci sono anche altre domande che il Pro Acqua intende formulare alle istituzioni preposte: “come mai il nostro bacino monte Maggio è l’unico della dorsale appenninica con gravi criticità a causa del prelievo idropotabile, con tra l’altro lo stato quantitativo ambientale scarso? E questo lo dice la Regione”.
Infine, nella loro nota il comitato si chiede come sia possibile che “ancora oggi si parla in termini positivi del famoso progetto presentato dalla nostra azienda imbottigliatrice nel quale è previsto il prelievo di circa un milione di litri al giorno in più e sette anni prima della scadenza della concessione prevista nel 2022 senza un vero piano di pieno ripristino dell’area? M stiamo scherzando? – attacca il presidente Brunetti – Qual è lo scopo di questa svendita di una così sempre più rara risorsa per la vita?”
Secondo il comitato l’azienda nel 2013 avrebbe dovuto ripristinare l’area alluvionata delle Fonti Rocchetta e naturalmente – sottolineano – deve ancor oggi ridargli decoro storico e culturale dato che la legge regionale numero 22 del 22 dicembre 2008 art.15 comma 2 parla chiaro: “ tutti gli oneri per la realizzazione e la manutenzione ordinaria e straordinaria delle pertinenze sono a carico del concessionario”