E’ stato uno degli artisti gualdesi più attivi del Novecento. Sottufficiale di marina, si era ritirato nella sua città natale per dedicarsi alle passioni giovanili: la scultura e la pittura. Artista istintivo, che faceva riferimento alla sua grande creatività artistica, Benito Cavalieri è scomparso il 21 maggio 1991 a soli 59 anni.
Nel 1984 aveva vinto la targa d’oro al XXIV Concorso Internazionale della Ceramica di Gualdo Tadino. Per la sua attività aveva ricevuto la laurea honoris causa in Scultura dalla Teodorian Accademy di New York. Diverse sue opere sono collocate in diversi punti della città: nel quartiere Biancospino (statua del Beato Angelo) e nei giardini di viale Don Bosco (una Maternità). (cfr. Gualdo Tadino e i suoi Figli – Daniele Amoni, 2005)
Dieci anni fa il Comune di Gualdo Tadino e il Polo Museale, in occasione dei venti anni dalla morte, avevano allestito un’interessante mostra postuma presso la Rocca Flea dal titolo “Omaggio a Benito Cavalieri”.
Ha detto di lui l’artista Omero Angerame: “Le sue opere si allineano lungo un percorso iniziato negli anni ’60 per terminare, purtroppo, nel 1991. Un percorso che ci ha comunque dato la possibilità di seguire l’itinerario di un artista che si impossessa gradatamente dei mezzi e dei linguaggi che gli permettono di esprimersi in modo autonomo e originale. Fin dalle prime opere grafiche Cavalieri manifesta uno spiccato interesse alle figure umane, che si evidenzia soprattutto nei ritratti nei quali individua gli aspetti psicologici dei personaggi rappresentati. Discorso più complesso quello della scultura, nella quale supera una connotazione puramente surrealista attraverso una vigorosa plasticità. Il soggetto, come nella pittura, è sempre la figura umana che perde però la sua organicità strutturale e viene smembrata e ricomposta in modo apparentemente caotico, ma rispondente a un ordine estetico determinato da complessi rapporti lineari e volumetrici“.