La Comunanza Agraria Appennino Gualdese ed il coordinamento dei comitati tornano a far sentire la propria voce all’indomani delle affissioni in tutta la città dei manifesti intitolati #Salvalafonte.
L’ente montano e i comitati presentano quello che ritengono il “quadro delle urgenze” e indicano un percorso a tappe che, a loro giudizio, bisognerebbe seguire sul caso Rocchetta, Valle del Fonno e Fonti storiche.
Per Comunanza e comitati “c’è un quadro di urgenze che obbliga una scaletta imprescindibile d’interventi: la prima è l’immediata esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato (la n.5022 del 01 Luglio 2021) che prevede la demolizione dei cabinotti (casottini a protezione dei pozzi)”.
Poi l’ente e i comitati ribadiscono la richiesta di chiusura dei pozzi di attingimento Rocchetta “per effetto – sostengono – dell’avvenuta verifica, ordinata dalla medesima sentenza ed eseguita dal Comune di Gualdo Tadino, della mancanza di qualsivoglia titolo abilitativo sui pozzi Rocchetta.”
Dopo aver sottolineato che la demolizione e la chiusura dei pozzi è stata “già già intimata a norma del codice penale al Comune di Gualdo Tadino, immediatamente dopo si comincerà a lavorare per la restituzione della Valle e della Fonte ai cittadini gualdesi, con un progetto condiviso attraverso l’istituzione formale del tavolo tecnico.”
“Non è possibile, ancora oggi, scavalcare i cittadini proprietari attraverso la imposizione di una scaletta che ha l’aria di essere un ‘Salva la Sentenza’ – affermano Comunanza Agraria Appennino Gualdesi e Comitati – permettendo accessi continui e fuori legge all’area Rocchetta interdetta al transito ed allo stazionamento, per portare avanti, senza alcun permesso dei proprietari stessi, lavori che serenamente si devono decidere e svolgere solo dopo la esecuzione della sentenza sopra detta; lavori che attendono comunque di essere portati a termine dal 1997, per il costone roccioso, con fondi pubblici, e dal 2013 per la Valle del Fonno, a carico della azienda Rocchetta.”