Gualdo Tadino celebra Benito Cavalieri. Sabato l’inaugurazione della mostra

A trent’anni dalla sua scomparsa, Gualdo Tadino rende omaggio a Benito Cavalieri, uno dei suoi artisti più amati, con un’esposizione dal titolo “Plasmare l’immaginazione”.
Promossa e realizzata con il contributo del Polo museale della città, il patrocinio dell’amministrazione e la collaborazione degli eredi, la mostra sarà inaugurata sabato 18 dicembre alle ore 11.30 presso il Centro Culturale Casa Cajani, sede del Museo della Ceramica e del Museo Archeologico Antichi Umbri, alla presenza delle istituzioni cittadine.

Nato nel 1932 a Gualdo Tadino, con le sue sculture e la pittura visionaria Benito Cavalieri ebbe ben presto un seguito di estimatori, lasciando un segno, penetrando al contempo sia l’immaginario collettivo che lo spazio urbano.
“Chi è di Gualdo Tadino – spiega Catia Monacelli, curatore del progetto insieme a Gabriele Passeri – non può non conoscere una delle sue più note sculture in pietra rosa, quella della statua raffigurante il Beato Angelo da Casale, visibile all’ingresso del quartiere Biancospino, commissionata ed inaugurata nel 1989 allo scopo di valorizzare la prodigiosa fioritura della pianta in inverno e rendere omaggio al Beato, compatrono della città. Un’opera di figurazione, rigorosa nell’impostazione, ma pregna di misticismo e pietà, che racconta la compassione e la misericordia del religioso. Già al cospetto di questo prezioso lavoro, possiamo intuire le doti artistiche ed umane che hanno accompagnato tutta l’attività di Benito Cavalieri, ma se lo vogliamo riscoprire davvero intimamente, anche alla luce dei tempi che viviamo, ecco allora che possiamo affermare che il suo lascito è davvero esteso, tanto intrigante quanto complesso da interpretare”.

La mostra presso il Centro Culturale Casa Cajani, ben lontana da un’antologica, è pertanto l’omaggio postumo, il tentativo di raccontare alcuni aspetti caratterizzanti il suo percorso, con una selezione di opere, tra dipinti, sculture in bronzo e terracotta, una trentina in tutto, nel periodo di tempo che va dagli inizi degli anni Settanta al 1991, data della sua prematura scomparsa. Una piccola parte quindi rispetto all’ampia collezione in possesso agli eredi dell’artista, ma di grande significato, con l’intento di ricordarlo e di rendere visibili un campionario di lavori poco noti o sconosciuti al pubblico.

“Costante nella ricerca di Benito Cavalieri – dice Catia Monacelli – è l’interesse per la rappresentazione della figura umana. Persistente è il tema della maternità che ha radici profonde nel suo vissuto, dato che l’artista perse la madre poco dopo averlo dato alla luce. L’opera pittorica e scultorea diventa campo di battaglia della propria esistenza: le forme, le curve, le linee si accumulano, fino a formare agglomerati di carne viva, grida di dolore, narrazione di inquietudini che prendono forma dalla materia, varia, che la sua sconfinata immaginazione riesce a plasmare”.
Sarà possibile visitare l’esposizione fino al 27 febbraio 2022.

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Redazione Gualdo News
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