A causa dei costi energetici troppo alti, tre aziende del gruppo Saxa Gres, tra cui la Tagina di Gualdo Tadino, spengono i forni per un mese. Si chiude e i dipendenti usufruiranno di ferie pregresse e cassa integrazione. Insieme all’azienda gualdese sono coinvolte nel provvedimento anche quelle di Anagni e Roccasecca, nel Lazio.
Una decisione, quella presa dal gruppo guidato da Francesco Borgomeo, che è stata concordata con altri grandi gruppi del settore del vetro, del cemento, dell’acciaio e della ceramica. I costi sono diventati insostenibili e produrre equivarrebbe a rimettere.
Una scelta drastica ma inevitabile, come spiega lo stesso Borgomeo: “Abbiamo deciso di posticipare fino al 31 gennaio del 2022 una chiusura inizialmente prevista fino al 10 gennaio. Purtroppo paghiamo l’aumento del costo dell’energia che negli ultimi tempi sta diventando, soprattutto per le aziende, assolutamente insostenibile. Abbiamo avuto rincari nella bolletta fino al 500%. In queste condizioni, anche se abbiamo molti più ordini che negli anni passati, abbiamo dovuto fermarci”.
Il presidente di Saxa Gres evidenzia ancora una volta il limite dell’economia italiana: la mancanza di autosufficienza a livello energetico: “Fino a quando sarà necessario importare il gas della Russia, come facciamo noi, sarà sempre più complicato lavorare con questi costi. Abbiamo ordini per il 2022 doppi rispetto al fatturato 2021.”
“Con il costo del gas a questi livelli e i problemi di quarantene legati al Covid produrre non è più conveniente – ha detto Borgomeo al Corriere dell’Umbria – Abbiamo i forni pieni, Gualdo vola così come gli ordini ma la produzione a gennaio avverrebbe praticamente sottocosto”.
Sempre al quotidiano perugino Borgomeo ha ribadito la necessità in questo ambito della produzione di biogas. “Abbiamo già iniziato l’iter autorizzativo alla Regione Lazione e a questo punto stringeremo i tempi anche in Umbria dove ci è stata assicurata massima collaborazione sul tema. Quello che sta accadendo – ha concluso – ci fa rabbia perchè le cose vanno benissimo ma gli speculatori si stanno prendendo i nostri risultati. Bisogna iniziare a sostenere le fabbriche con politiche energetiche lungimiranti e che agevolino l’autosufficienza.”