A pochi giorni dalla presentazione della proposta “OASI Rocchetta” da parte di Rocchetta S.p.A. e Regione Umbria, la Comunanza Agraria Appennino Gualdese, con un comunicato stampa, fa sapere la propria opinione partendo dal presupposto che “ogni gualdese aspetta da anni il recupero di un’area magnifica, un recupero posto per legge a carico di Rocchetta S.p.A.”.
“Le luci di un marketing scintillante non possono far distogliere lo sguardo dalla realtà dei fatti, dagli abusi e dagli interessi legati all’acqua – scrivono dalla Comunanza – Eppure per realizzare l’area sarebbe bastato seguire la tabella di marcia segnata dalla legge: l’esecuzione immediata della sentenza del Consiglio di Stato del 1 luglio scorso, che prevede la demolizione dei casottini a protezione dei pozzi; la chiusura degli stessi pozzi dell’azienda per mancanza di qualsivoglia titolo abitativo, come da noi richiesto espressamente, e avvio dei lavori per la restituzione della valle e della fonte ai cittadini gualdesi con un progetto condiviso attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico“.
“Ci sono lavori – segnalano dalla Comunanza – che attendono di essere portati a termine da lungo tempo: il costone roccioso, con fondi pubblici dal 1997 e la valle del Fonno dal 2013, a carico di Rocchetta S.p.A. Invece questo non è accaduto e la Regione ha accolto in conferenza stampa la presentazione della proposta Oasi Rocchetta, vecchia di 7 anni, come se nulla fosse nel frattempo accaduto. Con la scusa dell’intervento di ripristino, obbligo di legge del Concessionario, Rocchetta continua così ad esercitare il suo potere su tutta la valle con il supporto delle Istituzioni dello Stato“.
Per la Comunanza Agraria “si preferisce presentare una proposta accattivante, su terre altrui, soggette ad importanti vincoli ambientali, senza interpellare la collettività proprietaria dell’area, invece di applicare quanto stabilito nelle sentenze.
Il progetto avveniristico, che dovrebbe essere attuato attraverso la ristrutturazione del vecchio capannone, come il polo museale con negozi e area ristoro, non è finanziato da Rocchetta, ma nel progetto è solo previsto che il capannone venga regalato al Comune, senza considerare che lo stesso è invece in parte di proprietà della Comunanza Agraria e pertanto della collettività“.
“Corsi di fiumi deviati anche se asciutti, pozzi abusivi, attivazione del collegamento di un nuovo pozzo profondissimo, prosciugamento definitivo delle sorgenti, prosciugamento definitivo del fiume Feo: questo è l’esito incontrovertibile del progetto Oasi Rocchetta. Quindi, dopo il danno la beffa”.
“Per i gualdesi che invece rivogliono la loro valle – conclude la nota stampa – e hanno a cuore l’acqua, ben poco rimane. Alla fine, tutto questo serve per l’interesse esclusivo di Rocchetta che vuole continuare a prelevare e imbottigliare l’acqua della collettività, con il benestare assertivo delle Istituzioni“.