“Non è un progetto, ma una proposta che è una sorta di lasciapassare mediatico nei confronti della popolazione gualdese. Una pura e semplice operazione di marketing”. Questo il parere della Comunanza Agraria Appennino Gualdese su quanto presentato da Regione Umbria e azienda (e domani dal Comune di Gualdo Tadino in un incontro aperto ai portatori d’interesse che si terrà al teatro Talia) circa il recupero dell’area della Rocchetta devastata dall’alluvione del novembre 2013.
Ad illustrare la posizione dell’ente montano in una conferenza stampa convocata presso le fontanelle basse della Rocchetta, luogo ove da alcuni mesi è presente il presidio da parte di alcuni comitati, è stata la presidente dimissionaria Nadia Monacelli, in vece del presidente Mauro Guerrieri assente per motivi personali, unitamente a Mario Anderlini, membro del consiglio di amministrazione.
La Comunanza, come già accaduto in occasione di un incontro in Regione con azienda e Comune, non parteciperà alla presentazione di domani pomeriggio al Talia. Questo perchè – spiega – “l’ente non è stato coinvolto in alcuna delle attività di studio, analisi e valutazione sottese alle ipotesi di progetto, né in ordine alla sua fattibilità. Allo stesso tempo non è stato permesso, riconosciuto né autorizzato nessun intervento nelle zone di spettanza.”
La Comunanza Agraria critica anche le modalità di invito a questo evento, che definisce come una “idea pensata dalla società concessionaria per intervenire su terre altrui ma per propri fini commerciali”, al quale non sono stati chiamati i comitati che attualmente presidiano la zona delle fontanelle basse e quelli a difesa dell’acqua.
Per l’ente montano l’iniziativa va ricondotta a “una pubblicizzazione di un’idea mediante pubblicazione degli elaborati progettuali di sviluppo della stessa su aree terze, in cui ci sono abusivismi non sanati“.
Nadia Monacelli ha riaffermato che si continua a non tenere conto delle sentenze ed è “gravissimo che tutto questo venga supportato dalle amministrazioni locali e regionali che fanno i “pierre” dell’azienda. La proposta di recupero è infattibile e non tiene conto di una serie di vincoli essendo zona Sic (Sito di importanza comunitaria, ndr). Siamo contrari a questo lasciapassare utile ad allacciare il pozzo chiamato Serrasanta. Vedrete – ha rimarcato – che di tutta questa proposta alla fine non rimarranno che degli scheletri.” La Comunanza si è inoltre detta indisponibile a concedere passaggi per i collegamenti dei pozzi di prelievo.
L’ex presidente ha anche parlato del capannone che l’azienda Rocchetta ha detto di voler mettere a disposizione del Comune di Gualdo Tadino per attività museali e di ristoro. “La proprietà è in parte di un altro” cioè della Comunanza, ha detto.
Quindi ha ribadito le richieste fatte dall’Appennino Gualdese nei mesi scorsi: demolizione dei cabinotti come da sentenza del Consiglio di Stato, chiusura dei pozzi Rocchetta “per l’assenza di qualsivoglia titolo abilitativo” e avvio dei dei lavori per la restituzione della Valle del Fonno ai cittadini gualdesi con un progetto condiviso attraverso l’istituzione formale di un tavolo tecnico.
“Il progetto senza di noi non si può fare – ha concluso – La Comunanza ha pertanto intenzione di muoversi in proprio e di convocare un tavolo tecnico aperto alla cittadinanza.”