Nell’estate del 1952 una ragazza romana poco più che ventenne posa seduta sugli scogli del “Fontanile”, nell’area della Rocchetta. Una ragazza che amava trascorrere le sue estati godendo della frescura di Gualdo Tadino, facendo escursioni.
Ad immortalarla è l’obiettivo di Gianni Gubbiotti, giovane e brillante geometra gualdese, uno dei fulcri della vita sociale e culturale della Gualdo dell’epoca, di cui è amica (foto tratta dal libro “Gualdo Tadino 1902-2001” di Daniele Amoni e Valerio Anderlini).
Il suo nome è Maria Luisa Ceciarelli, una ragazza con nel cuore il sogno di diventare attrice. Frequenta infatti in quel periodo l’Accademia nazionale d’arte drammatica, allora diretta dal suo maestro Silvio D’Amico. Solo pochi anni dopo l’Italia e il mondo la conosceranno con il nome d’arte di Monica Vitti, diventando un’icona del cinema italiano, un’attrice tra le più amate dal pubblico.
Nella sua carriera vincerà tantissimi premi, tra cui cinque David di Donatello come migliore attrice protagonista (più altri quattro riconoscimenti speciali), tre Nastri d’argento, dodici Globi d’oro (di cui due alla carriera), un Ciak d’oro alla carriera, un Leone d’oro alla carriera a Venezia, un Orso d’argento alla Berlinale, una Concha de Plata a San Sebastián e una candidatura al premio BAFTA.
Ieri è morta all’età di 90 anni. La sua grandezza è rappresentata dalle parole di Carlo Verdone: “Lascia un’eredità dura da colmare – ha detto Verdone – Tutte le giovani attrici dovrebbero studiare le sue interpretazioni. Ne trarrebbero una grande, immensa lezione.”