Riceviamo e pubblichiamo una nota del Partito Democratico di Gualdo Tadino relativo all’accoglienza dei profughi in Italia
Ci dispiace constatare come i drammatici momenti di questi giorni siano diventati il palcoscenico per un triste gioco politico di dichiarazioni e slogan propagandistici. Tra le virtù politiche sicuramente la coerenza è una delle più importanti, così come la capacità di cambiare idea e mettersi in discussione. Tuttavia, alcune forze politiche sembrano ad oggi peccare di dimenticanza e miopia storica, per impugnare all’occasione la bandiera dei diritti umani. È bene ricordare però che la drammaticità di questo conflitto è la medesima di ogni altro conflitto, senza distinguo sul piano delle conseguenze umanitarie che gravano sui tanti civili coinvolti.
È indubbio che il tema migratorio sia diventato, negli ultimi anni, un capitale politico per le forze populiste e sovraniste, abili nel cavalcare la drammaticità di certi eventi storici prospettando soluzioni anacronistiche in nome delle frontiere, dei muri e del respingimento. I profughi siriani, afghani, africani non sono poi tanto lontani geograficamente e nel tempo dai profughi ucraini, per i quali ora ci si mostra, come è giusto che sia, impegnati a ribadire l’imprescindibilità dell’accoglienza.
Tuttavia in passato, il richiamo umanitario è stato fin troppo debole, se non inesistente da parte di alcuni, i quali dagli scranni nazionali e locali non si sono risparmiati dal liquidare il tutto come “buonismo”, in nome della sicurezza e degli interessi territoriali. Una prospettiva che ha saputo sfruttare l’ondata emotiva per sottoscrivere implicitamente una serie di pregiudizi esistenti.
L’esperienza che stiamo vivendo sarà l’ennesimo banco di prova per sfuggire alle logiche del consenso e porci più propriamente nell’ottica di una presa in carico del fenomeno migratorio, come parte integrante degli scenari futuri, in particolar modo europei. C’è da sottolineare che, come partito, non ci siamo mai sottratti dall’affrontare la questione evidenziandone la complessità e le criticità esistenti, tanto nazionali quanto europee, ma non abbiamo mai prospettato l’adozione di letture parziali e soluzioni facili.
Siamo infatti consapevoli che sia necessario un cambio di rotta politico e culturale da realizzarsi in un orizzonte nazionale e prima ancora europeo, volto a superare la visione del migrante e del profugo come una pedina sullo scacchiere degli interessi partitici ancor prima che nazionali.
Ebbene, ribadire con fermezza la non negoziabilità e strumentalizzazione dei diritti umani, appare nuovamente imprescindibile.
Tale impegno richiede la necessità di esporsi in maniera chiara ed univoca ogni qual volta vi siano in gioco la vita e la dignità delle persone, a qualsiasi latitudine e lungo qualsiasi confine.
E noi, ancora una volta, non abbasseremo lo sguardo innanzi all’efferatezza, saremo ancora in prima linea per portare un aiuto concreto alle famiglie ucraine, sensibilizzando e coinvolgendo quanta più gente possibile affinché dalle parole si possa passare ai fatti. Prossimamente, dopo un confronto con le associazioni di volontariato locali, svilupperemo delle iniziative solidali atte a dare quel supporto necessario alle esigenze delle donne, uomini e bambini che stanno pagando a caro prezzo la follia di questa guerra.
Perché gli orrori continueranno a nascere sempre e solo all’ombra dell’indifferenza.