Mentre sui social montano le polemiche e le proteste, specialmente dei residenti e dei commercianti del centro storico, per il nuovo piano parcheggi improntato dal Comune di Gualdo Tadino, la Polizia Locale ha diramato oggi una nota che cerca di chiarire alcuni punti che potrebbero presentare dubbi.
Eccole in ordine:
– I permessi di sosta residenti in centro (nel numero di uno per ciascun nucleo familiare) vengono rilasciati dal 1998. Mentre prima abilitavano alla sosta nelle zone a disco orario per mezza giornata, ora consentono la sosta su aree specificatamente riservate ai residenti per l’intera giornata. La sosta in queste aree è gratuita. Rispetto al passato, quindi, i residenti vedono una condizione migliorativa in quanto non devono condividere gli spazi con altri utenti ma hanno aree dedicate per uno spazio temporale maggiore. A tal proposito si invitano gli stessi residenti ad utilizzare gli appositi spazi a loro riservati evitando le zone di sosta a tempo limitato.
– Nelle immediate vicinanze delle aree riservate ai residenti vi sono comunque aree di sosta libera (via della Resistenza e relativa terrazza, Largo Volontari del Sangue e area ex Calai, via della Rocca, piazza Beato Angelo per il 60% della capienza) dove i residenti stessi possono parcheggiare la seconda o la terza autovettura.
– Il parcheggio contenitore di Santa Margherita, con circa 80 posti, è stato destinato alla sosta gratuita delle seconde/terze auto dei residenti nella Zona a Traffico Limitato e per i lavoratori che prestano la propria opera sempre all’interno della Zona a Traffico Limitato;
– Nel momento in cui verranno attivate le aree di sosta a pagamento sarà possibile acquistare abbonamenti mensili del costo di € 20 per piazza Beato Angelo e via Franco Storelli, e € 40 per via Bersaglieri, via Robeto Calai e piazza Marconi.
Nel comunicato stampa si citano le problematiche sollevate dai cittadini in relazione al rilascio dei permessi residenti. La Polizia Locale specifica che i veicoli autorizzabili devono essere di proprietà o in uso e spiega la differenza.
I veicoli di proprietà sono quelli intestati anche parzialmente al richiedente, in leasing, in riservato dominio, oltre ai veicoli di residenti aventi titolarità, piena o parziale, d’impresa, e intestati a quest’ultima.
I veicoli in uso sono quelli intestati ad altro soggetto residente in Italia o iscritto all’anagrafe dei cittadini italiani residenti all’estero (A.I.R.E.), limitatamente ai seguenti casi: intestato a componenti della famiglia anagrafica, purché conviventi, o intestazione temporanea di veicolo, registrata ai sensi dell’art. 94 del Codice della Strada, concesso al residente da impresa o tra privati, con obbligo di aggiornamento della carta di circolazione;
La nota stampa spiega infine quando la normativa concede l’uso di un autoveicolo senza alcuna autorizzazione:
– Quando l’auto appartiene a familiari non conviventi per un tempo massimo di 30 giorni.
– Quando l’auto appartiene a familiari conviventi per un tempo indeterminato e senza limiti.
– Quando l’auto appartiene a persone non legate da rapporti di familiarità (per esempio un amico) per massimo 30 giorni.
In altre parole il figlio può guidare l’auto del padre o la moglie quella del marito, ma solo se conviventi. In tutti gli altri casi, dopo 30 giorni di uso esclusivo dell’autovettura, è necessaria l’intestazione temporanea. Ciò vale soprattutto per il comodato dell’auto superiore a 30 giorni: il comodatario deve fare la comunicazione alla Motorizzazione.
“Perché questa legge?” – scrive la Polizia Locale – “Perché è indispensabile individuare con certezza l’utilizzatore del veicolo, al fine di attribuire con celerità le sanzioni in caso di violazione delle norme sulla circolazione stradale. È quindi evidente l’impossibilità di rilasciare titoli autorizzativi di sosta di durata annuale che siano in contrasto con quanto sopra“.