C’era anche un gualdese nella missione umanitaria che dall’Italia, precisamente da Modena, ha portato al confine con l’Ucraina nelle settimane scorse beni di prima necessità e altro materiale donato da aziende del territorio in favore della popolazione di quella terra martoriata dalla guerra da ormai un mese e mezzo, e portato in Italia diversi profughi ucraini.
Luca Bartoni, che vive in provincia di Bologna e di professione è dirigente informatico, ha fatto parte del gruppo di persone che, radunate via social dalla promotrice Cristina Giacomelli, si è recato al confine tra Polonia e Ucraina per portare i pacchi di beni e per offrire la possibilità di venire in Italia ai profughi che avevano intenzione di raggiungere il nostro Paese. Fondamentale per portare a termine questa missione è stato il sostegno dato da Confapi Emilia.
Tre i van partiti da Modena in direzione Prszemysl e Medyka, le città polacche al confine con l’Ucraina.
“Vedere i tg e quei volti di mamme e bambini spaventati è stata la molla che ha fatto scattare in me, che ho due figlie, l’idea di poter fare qualcosa per loro – ha raccontato Luca a Radio Tadino – Io sono stato uno di quelli che ha risposto alla chiamata social di Cristina. A noi si sono poi uniti altri quattro furgoni dell’associazione Sie di Alessandria, formando così un convoglio umanitario composto da sette mezzi.”
Quindi la partenza per la Polonia.
“Un giorno e mezzo di viaggio e siamo arrivati a destinazione – racconta – Prima tappa è stata Cracovia dove abbiamo scaricato il materiale. Lì ci siamo divisi, con alcuni furgoni che si sono recati in una città e altri nell’altra, luoghi dove vengono accolti i profughi. Lì ci siamo registrati come driver e abbiamo potuto prendere a bordo le persone che volevano venire in Italia. Su due van sono salite sei persone, due adulti, due adolescenti e due bambini. Avevamo ancora spazio nel mio mezzo, così ci siamo recati in un altro posto, a Medyka, dove è allestito un campo profughi. Dopo esserci registrati, abbiamo fatto salire una ragazza ucraina di 24 anni di Kremencuk, a sud di Kiev, che era in quel campo da due giorni insieme a due bimbi di 4 e 2 anni e che aveva una connazionale in Italia, a San Benedetto del Tronto, ma non sapeva come raggiungerla. Dopo aver parlato con il suo contatto in Italia ci siamo ricongiunti con gli altri e siamo ripartiti.”
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Il confine tra Polonia e Ucraina è un territorio dove si uniscono disperazione e solidarietà.
“Un momento che non dimenticherò è quando dopo l’ennesimo e giusto controllo della polizia e dell’esercito polacco, soprattutto dopo aver notato dei bambini a bordo, uno dei poliziotti ci ha detto “Grazie infinite per quello che state facendo”.
Luca Bartoni sta però già pensando a rimettersi in strada per un’altra missione di solidarietà. “Quello è stato un viaggio che mi ha lasciato tanto dentro. E’ stato bello vedere che oltre all’orrore della guerra c’è tanto di buono e tanta solidarietà da ogni parte d’Europa. In Polonia c’erano spagnoli, inglesi e di tanti altri Paesi che si sono messi a disposizione per aiutare questa gente. Colpisce vedere queste situazioni in tv, ma viverle da dentro lascia un segno profondo nell’anima.”