Roberto Cambiotti e il circolo di Fratelli d’Italia tornano sulla questione degli impianti sportivi. “Ho presentato un’interrogazione a risposta immediata per conoscere alcuni aspetti che riguardano la riqualificazione degli impianti sportivi della nostra città – dice il consigliere comunale – “Ogni anno la Regione dell’Umbria pubblica un bando destinato alle amministrazioni comunali e finalizzato proprio alla valorizzazione delle strutture sportive. Vogliamo quindi conoscere quanti e quali progetti sono stati presentati negli ultimi anni per mettere a posto i nostri impianti, caduti da tempo nel degrado, quali sono stati finanziati e quali ultimati“.
Il Sindaco aveva affermato giorni fa di non voler “indebitare il comune per finanziare lo stadio“. “Posto che investire nella pratica sportiva non può che essere un’azione virtuosa e che non si tratterebbe di debiti, ma casomai di investimenti – risponde Cambiotti – è giusto dire ai cittadini che tante risorse vengono messe a disposizione sia a livello comunitario che nazionale che regionale. Sarebbe perciò opportuno fare una ricognizione di tutte le situazioni critiche presenti in città per poi procedere a pianificare interventi manutentivi e di rigenerazione a valere su specifici bandi. Perché il Comune di Gualdo Tadino non lo fa?“
Il consigliere di SiAmo Gualdo-Fratelli d’Italia spiega il perché dell’interrogazione: “Vogliamo conoscere numeri e dati e capire come mai altre realtà riescono a far fronte alle criticità e noi invece versiamo in uno stato di perenne abbandono. Presciutti guida questa città da ormai otto anni, il tempo per cambiare le cose lo ha avuto ed è giusto che ci dica cosa sta facendo insieme alla sua Giunta, colpevolmente assente su questo fronte, come su altri per la verità. Ci dica anche se intende presentare un progetto per il bando uscito a febbraio di quest’anno, in scadenza nel mese di maggio, e per quale struttura. Chiediamo ci venga risposto al più presto e sollecitiamo un più puntuale monitoraggio dello stato di bisogno dei nostri impianti. I tempi del “faremo” sono finiti.”