Una mostra fotografica per ammirare la bellezza della Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo di Gualdo Tadino. È Passio Domini, un emozionante racconto per immagini che sarà visitabile presso la Chiesa Monumentale di San Francesco da oggi fino al prossimo 15 maggio.
L’iniziativa è promossa dal Polo Museale Città di Gualdo Tadino con il patrocinio del Comune di Gualdo Tadino, a cura di Daniele Amoni e la partecipazione dei fotografi Franco Chiucchi, Paolo Mariani, Antonio Menichetti e Christian Severini del Gruppo Fotografico Gualdese e la collaborazione dell’Associazione Sacra Rappresentazione del Venerdi Santo e della Confraternita della SS.ma Trinità.
Stamane la presentazione e l’inaugurazione alla presenza del sindaco Massimiliano Presciutti, dell’assessore alla Cultura Barbara Bucari e della direttrice del Polo Museale Catia Monacelli.
“Abbiamo fortemente voluto, che dopo due anni di stop forzato – ha detto Presciutti – che una tradizione cosi antica come la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo di Gualdo Tadino quest’anno si svolgesse. Ci sono state tante difficoltà in questo periodo ma siamo riusciti a superarle e il fatto che, oltre alla Sacra Rappresentazione, sia stata realizzata anche questa mostra dedicata è un segnale importante di speranza e di ripartenza per la nostra comunità”.
I preziosi scatti di “Passio Domini” ripercorrono i momenti salienti della storica processione e della devozione popolare a essa collegata. “Questo è un progetto che esalta la bellezza storica e devozionale della Processione del Venerdì Santo e del culto tramandato dall’antica Confraternita di Santa Maria dei Raccomandati, oggi della Santissima Trinità. Attendiamo numerosi visitatori e turisti per la Pasqua. Questa bella mostra la viviamo tutti come un segnale di rinascita” ha detto Catia Monacelli.
La Mostra è accompagnata da un testo redatto da Gabriele Passeri, antropologo e collaboratore del Polo Museale di Gualdo Tadino.
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LA SACRA RAPPRESENTAZIONE – Dal pomeriggio del Venerdì Santo, all’interno della chiesa di San Francesco verrà esposto il “Cristo Morto”, una splendida scultura lignea settecentesca, da sempre oggetto di venerazione da parte dei gualdesi, a tal punto che durante l’esposizione, vengono distribuiti ai fedeli fiori e pezzetti d’ovatta venuti a contatto il simulacro.
La Processione conta oltre duecento personaggi e avviene di sera, annunciata e preceduta dal suono delle “battistrangole” percosse dagli incappucciati bianchi; seguono 14 gruppi di personaggi, divisi per “quadri” che ripercorrono i momenti salienti della passione di Cristo, dalla sua cattura alla crocifissione. Grazie ad alcuni documenti tardo-quattrocenteschi, in cui vengono elencati i vestiti necessari ai figuranti, sappiamo che la processione aveva già preso anticamente le fattezze di quella che vediamo oggi.
Chiude il solenne corteo il gruppo degli incappucciati neri, sempre accompagnato dall’inconfondibile suono delle battistrangole, che annuncia l’imminente arrivo del “Cristo Morto”, portato a spalla dai confratelli della Santissima Trinità, succeduto dalla statua di Maria Addolorata, trasportato dal Gruppo Scout cittadino.
L’origine di questa manifestazione popolare ci riporta al Medioevo, nell’Umbria del XIII secolo; ove iniziarono a sorgere le prime confraternite laiche di ispirazione religiosa. Grazie all’impulso del Frate Francescano Raniero Fasani, intorno al 1260 ebbe origine il movimento dei Disciplinati: gruppi di fedeli laici che andavano in processione per le città, flagellandosi e cantando inni sacri. Anche a Gualdo Tadino in questi anni nacque una confraternita di flagellanti, che si costituì sotto il nome di “Santa Maria dei Raccomandati” o “del Gonfalone”.
I fedeli di questa associazione, come era d’uso, vestivano un sacco bianco aperto sulla schiena e coprivano il volto con un cappuccio dello stesso colore. Durante le processioni, i confratelli iniziarono a servirsi di un proprio repertorio lirico, in volgare: le Laude, componimenti poetici, spesso dedicati alla Vergine, composti da artisti locali tra il XIV e XV secolo. Tra queste Laude, risalta per lunghezza ed argomento, il racconto drammatico a più voci della Passione di Cristo detto anche “Lamento di Maria”, probabilmente utilizzato come copione, in occasione del Triduo Pasquale.
Originariamente il racconto della Passione veniva recitato in chiesa o nella Piazza, poi con l’introduzione della pratica della Via Crucis, di poco posteriore, si comincerà a disporre il racconto come un vero e proprio corteo, diviso in “quadri”, con tanto di abiti da sera.