Si avvicina a grandi passi il 1018esimo appuntamento con la Festa del Maggio di San Pellegrino, tradizione ininterrotta dal 1004 che ne fa una delle feste più antiche d’Europa.
Il 30 aprile, dopo due anni in cui si era svolta in forma ridotta ma proseguendo comunque nella scia del passato per la quale mai, neanche durante i più grandi conflitti o le peggiori calamità, la festa è stata interrotta, la manifestazione si ripresenta nel suo splendore con la possibilità di alzare il “Maggio” al centro della piazza di San Pellegrino tra ali di folla.
L’Associazione Maggiaioli ha messo tutto a punto affinché sabato sera si possa tornare a respirare pienamente quell’aria di festa che per due anni è stata forzatamente ridotta alle foto dai balconi o dai giardini, quando si era in pieno lockdown, o alle dirette streaming, senza però riuscire a fiaccare la volontà dei sanpellegrinesi di proseguire sempre e comunque la propria millenaria tradizione.
Dopo che lunedì scorso è stata celebrata una messa con la benedizione dei pioppi presso l’altare del Santo, questa sera verrà presentato il libro di Matteo Bebi, “Ab nua testa, vaig sobre neu – La leggenda del Santo Pellegrino”.
Domani sera, venerdì 29 aprile alle ore 21, fiaccolata notturna sul tragitto del Santo Pellegrino.
Per la giornata più importante, il 30 aprile, alle 17,30 celebrazione della messa con partenza dei maggiaioli verso le campagne sottostanti alla ricerca dei pioppi da tagliare, uno grande e l’altro più “giovane”, per poi essere caricati sullo “sterzetto”, il particolare carro trainato dalla forza delle braccia dei maggiaioli i quali, di corsa, dopo una salita molto impegnativa, lo porteranno al centro della piazza, accolti da uno spettacolo pirotecnico.
Lì la festa avrà il suo culmine quando verrà issato il “Maggio”, un tronco di pioppo derivante dall’unione dei due alberi una volta ripuliti e scortecciati. Nel silenzio più assoluto, in modo che si possano sentire gli ordini del capomaggio, i maggiaioli inizieranno a sollevare l’albero attraverso un preciso gioco di scale e corde. Il “Maggio” inizierà così la sua lenta scalata al cielo: si potranno sentire le corde tendersi e le scale scricchiolare sotto la sforzo, ma alla fine la punta fiorita del Maggio svetterà nuovamente maestosa nel cuore di San Pellegrino, dove rimarrà per tutto il mese. Il tutto per ricordare il miracolo del bastone fiorito del Santo Pellegrino, morto ai piedi del paese nell’anno 1004 insieme ad un altro viandante dopo non essere stato accolto dagli abitanti del borgo.
Il primo maggio alle 19,30 con la Cena Sanpellegrinese si concluderà la festa.
A partire dai primi giorni di aprile di ogni anno i maggiaioli piantano nuovi giovani pioppi, nel rispetto di quella natura che da mille anni dona loro la gioia di un rito così intenso.