Nuova identità della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia: da adesso si chiamerà Fondazione Perugia, accompagnata da una immagine grafica rinnovata che afferma, anche visivamente, il percorso che da semplice emanazione del mondo bancario l’ha trasformata in un soggetto aperto e attivo sul piano progettuale capace di interpretare il territorio e di mobilitare idee ed energie per il bene comune.
L’ufficialità della nuova denominazione è arrivata in occasione dei festeggiamenti per il trentennale della Fondazione, il cui primo si è svolto il 30 maggio al Teatro Morlacchi di Perugia.
Di fronte ad una platea di ospiti che ha fatto registrare il tutto esaurito, tra i quali numerosissime autorità, sollecitati dalla giornalista Rai Maria Concetta Mattei la presidente Cristina Colaiacovo e Francesco Profumo, presidente di Acri, l’Associazione nazionale che riunisce le Fondazioni di origine bancaria, hanno “aperto il sipario” con uno scambio di riflessioni che partendo dalle origini delle Fondazioni di origine bancaria, nello specifico dell’Ente perugino, hanno ripercorso tre decenni di attività a sostegno del territorio e del Paese.
L’evento si è concluso all’insegna del divertimento e dello spettacolo con mattatore Neri Marcorè che, accompagnato dalla sua band, si è esibito in veste di cantante nel concerto “Le mie canzoni altrui”, un excursus sulla musica italiana con particolare riferimento a quella degli ultimi trent’anni.
TRENTA ANNI DI STORIA – Era il 22 maggio 1992 quando, in applicazione della Legge Amato 1990, nacque la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia in seguito alla separazione tra l’attività creditizia, rimasta in capo alla Cassa di Risparmio di Perugia – della quale ha raccolto l’eredità – e quella filantropica. Da quel giorno la Fondazione ha iniziato adoperare come soggetto non profit, privato e autonomo volto a sostenere lo sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio.
Fino ad oggi sono state stanziate risorse per oltre 300 milioni di euro che hanno permesso la realizzazione di oltre 6.000 progetti nei diversi settori di intervento. I principali sono Arte, attività e beni culturali con 114,5 milioni; Salute pubblica con 52,4 milioni; Ricerca scientifica e tecnologica 45,8 milioni; Sviluppo locale con 40,4 milioni; Educazione, istruzione e formazione con 35,7 milioni; Volontariato, Filantropia e Beneficenza con 24 milioni.
Questi, in cifre, i frutti di una gestione virtuosa del patrimonio accumulato negli anni e confluito in parte nel Fondo dedicato “Pinturicchio”,gestione che nonostante le fluttuazioni del mercato azionario dovute in particolar modo alle crisi che si sono susseguite e alla mole degli investimenti, ha permesso alla Fondazione di consolidare e ad accrescere il proprio patrimonio, che ha raggiunto un ammontare complessivo di 514 milioni di euro.
Come sottolineato nel suo racconto dalla Presidente Colaiacovo, la storia della Fondazione non è fatta solo di numeri, che pur restituiscono concretamente l’entità di un contributo senza il quale tante iniziative non si sarebbero mai potute realizzare. E’ una storia costruita sulle relazioni e su valori come la coesione sociale, la solidarietà, l’uguaglianza, la bellezza.
Con la sua presenza a supporto del sistema sanitario locale, in casi eccezionali come l’emergenza sanitaria Covid-19 – per far fronte alla quale sono state stanziate nell’immediato risorse straordinarie per circa 2 milioni di euro – e dotandolo costantemente di strumenti all’avanguardia per la diagnosi e la cura; dando impulso alla ricerca scientifica con la vicinanza alle Università cittadine, alle strutture di Alta formazione e ad eccellenze come il Creo, Centro di ricerca emato-oncologico dell’Azienda ospedaliera di Perugia, ma anche ai singoli talenti con l’erogazione di borse di studio; con la riqualificazione dei centri storici e delle città – il primo progetto finanziato all’inizio degli anni ’90 è stato proprio il restauro della Fontana Maggiore di Perugia – e di spazi dismessi per trasformarli in luoghi di incontro, di lavoro, di attrazione turistica; contribuendo allo sviluppo delle infrastrutture del territorio, di cui l’aeroporto regionale e il collegamento ferroviario Frecciarossa sono una parte essenziale.
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Ci sono poi l’arte e la cultura, storicamente tra i principali ambiti di intervento. La partecipazione diretta della Fondazione in prestigiose realtà quali sono la Fondazione Umbria Jazz e la Fondazione Musica Classica, si accompagna alla promozione di numerosi eventi che animano il territorio. Con la creazione, nel 2014, della società strumentale Fondazione CariPerugia Arte, la Fondazione si è proposta di valorizzare al meglio il proprio patrimonio immobiliare – Palazzo Baldeschi e Palazzo Lippi Alessandri a Perugia, le Logge dei Tiratoi della Lana a Gubbio e Palazzo Bonacquisti ad Assisi – e la prestigiosa collezione d’arte acquisita negli anni, realizzando mostre ed eventi in partnership con altre realtà del territorio che contribuiscono ad esaltare la bellezza e la ricchezza della città di Perugia e dell’intera regione sotto il profilo artistico-culturale.
Tanto spazio è stato dato dell’educazione e dell’istruzione, per alimentare una filiera della conoscenza in grado di generare lavoro e occupazione. Particolare attenzione è stata data ai giovani, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e l’autoimprenditorialità e per contrastare la povertà educativa, declinando su scala territoriale gli stessi obiettivi al centro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile istituito dall’Acri.
Con dall’introduzione dei bandi a tema, entrati a regime nel 2018 in sostituzione del tradizionale bando generalista, è avvenuto un cambiamento significativo. Attraverso questo strumento, orientato su obiettivi ben mirati, è stato dato impulso a progetti fortemente innovativi in tutti gli ambiti di intervento e in particolar modo nel “Welfare”. Già prima dell’emergenza sanitaria la Fondazione aveva rilevato che il modello bipolare pubblico/privato con fatica riusciva e a rispondere ai bisogni emergenti della popolazione.
Lo sviluppo di servizi innovativi che, integrati a quelli della sanità pubblica, siano in grado di rispondere alle crescenti esigenze delle persone, in particolar modo delle fasce di popolazione più deboli come gli anziani e i disabili, ha portato negli anni a rafforzare le azioni a sostegno del Terzo settore, uno dei tre attori chiave della rete di protezione sociale, fino ad arrivare alla costruzione di una vero e proprio programma, “Investiamo sociale”, indirizzato a da una parte a fornire conoscenze e competenze agli operatori non profit, dall’altra ad incentivare lo sviluppo dell’imprenditoria sociale.
La Fondazione partecipa nel capitale sociale di Cassa Depositi e Prestiti, uno dei partner strategici con il quale collabora sui temi dell’housing sociale e con il quale, facendo seguito al protocollo Acri-Cdp, ha stretto un’intesa di collaborazione locale che ha portato all’apertura di uno “Spazio CDP” a Perugia, presso la sede della di Palazzo Graziani, dove si possono approfondire le varie possibilità di sostegno al tessuto socio-economico offerte appunto da Cassa Depositi e Prestiti.