Termovalorizzatore nella Fascia? Presciutti: “Pronto a discuterne”. Paparelli (Pd) e De Luca (M5S) attaccano Regione e sindaco

Il sasso è stato lanciato nei giorni scorsi dalle colonne del Corriere dell’Umbria e da un articolo di un giornalista di lunga esperienza come Marco Brunacci pubblicato su Umbria7.

“Termovalorizzatore, pronti a discutere”, così titolava il 2 giugno il quotidiano perugino riportando un virgolettato del sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, parlando della possibilità della realizzazione di un inceneritore nel territorio comunale.

Umbria 7 e il Corriere, infatti, hanno dato notizia dell’ipotesi di realizzazione di questo impianto che sarebbe a supporto di imprese del posto, tra cui Saxa, che nel 2018 ha rilevato Tagina. Presciutti, riporta il giornale, si è detto pronto a discuterne, per verificare, senza alcun approccio ideologico”.

Nella sua intervista al Corriere dell’Umbria, Presciutti ha spiegato la propria posizione: “Sull’ipotesi termovalorizzatore voglio essere chiaro: dico no ad approcci ideologici e preconcetti, il tema va valutato con parametri scientifici. Per questo non dico né sì né no a priori ma sono pronto a discutere. Non si può dire di no a tutto. Personalmente apprezzo la scelta del sindaco di Roma Gualtieri sul nuovo termovalorizzatore per la Capitale. E’ stata una scelta di coraggio. E credo che se vogliamo fare un discorso sull’inquinamento non possiamo prescindere dal fatto che le vere bombe ecologiche sono le discariche, con il percolato che filtra nel terreno e inquina le falde. Perciò sono disponibile a parlarne. Evitando però di dire che tutto si può fare ma non nel giardino di casa mia. Serve una scelta di responsabilità”.

Il Corriere dell’Umbria ha scritto che, secondo indiscrezioni, si sarebbe tenuto un incontro tra l’assessore regionale e vicepresidente della Regione, Roberto Morroni, e A2A, il colosso lombardo multiutility, controllato dai comuni di Milano e Brescia, che lo scorso anno è entrato ufficialmente nel gruppo Saxa Gres rilevandone il 27,7%. Sempre il quotidiano ha riportato che A2A “starebbe per chiedere l’autorizzazione per un termovalorizzatore da collocare in area appenninica che dovrebbe avere come bacino tutto il Centro Italia.”

Il termovalorizzatore – scrive a sua volta Brunacci – sarebbe di ultima generazione e della migliore tecnologia.

Per Alessio Porcu, giornalista laziale che segue da vicino le vicende della Ciociaria dove nasce Saxa Gres, questo impianto sarebbe “un enorme attrattore per nuove fabbriche. Quelle del tipo che ha bisogno di molta energia. Che lì troverebbero con continuità ed a costi contenuti. Intorno a quell’impianto sulla fascia appenninica sorgerebbero altre attività energivore che altrimenti non avrebbero localizzato in Italia il loro stabilimento. L’energia a basso costo è diventato il primo fattore di attrazione investimenti: Gualdo e l’Umbria lo hanno capito, la politica del Lazio e della Ciociaria un po’ meno”.

De Luca (M5S) e Paparelli (PD): “Un inceneritore in Umbria è illogico”
Chi la pensa all’opposto sono invece due consiglieri regionali non di secondo piano come Thomas De Luca del Movimento 5 Stelle e Fabio Paparelli del Pd (lo stesso partito di Presciutti), portavoce delle opposizioni e presidente della Regione Umbria nell’ultimo scorcio della passata legislatura.

“Un impianto dimensionato su 130 mila tonnellate non solo è al di sotto della soglia minima di sostenibilità economica, ma è incongruente con i numeri scritti nel nuovo piano dei rifiuti in via di adozione.”, scrivono in una nota congiunta i due consiglieri regionali che rilevano come, a loro avviso, “la Direttiva UE 2019/904 sulla plastica monouso e gli obiettivi di recupero di materia del 65% contenuti nel Pacchetto economia circolare del Green Deal e altre misure ridurranno drasticamente i rifiuti e farebbero fallire l’impianto nel giro di pochi anni con conseguenze incalcolabili sui conti pubblici. Non solo: dati del piano alla mano la vita residua delle discariche umbre, dopo l’ampliamento e al momento dell’entrata in funzione dell’inceneritore, sarebbe di 2 anni e mezzo.”

Parlano quindi di “grande bluff della giunta Tesei”. “Sono infatti sempre più insistenti le indiscrezioni riguardo interlocuzioni volte alla realizzazione di un impianto interregionale da 400.000 tonnellate, quindi oltre tre volte più grande di quello ipotizzato a gennaio – proseguono Paparelli e De Luca – Nei giorni scorsi la stampa ha riportato l’interesse del colosso lombardo A2A, azienda quotata in borsa che detiene il 27% della storica azienda umbra di ceramiche Tagina. Interesse manifestato in incontri, mai smentiti, con l’assessore regionale e vicepresidente della giunta, Roberto Morroni, che vedrebbe la società in procinto di chiedere l’autorizzazione per un inceneritore da collocare in area appenninica e volto a servire tutto il centro Italia. Senza entrare nel merito dell’impatto ambientale e climatico di un simile impianto – che l’UE ha bocciato per l’ennesima volta lo scorso 22 maggio includendo gli stessi inceneritori tra gli impianti obbligati a partecipare al mercato ETS (Emissione Trading Sistem) – si sta varando una exit strategy che trasformerebbe l’Umbria nel camino unico del centro Italia. Lo stesso Francesco Di Maria, professore di ingegneria all’Università di Perugia e membro del CTS che affianca Morroni nella predisposizione del piano di gestione rifiuti, in un’intervista rilasciata al magazine economiacircolare.com il 26 ottobre 2021 ha affermato che “la dimensione economicamente sostenibile per nuovi impianti di incenerimento è una capacità di circa 400 mila tonnellate/anno”. Praticamente la stessa quantità prevista nell’inceneritore di Roma.”

Paparelli e De Luca attaccano anche Presciutti: “Il sindaco di Gualdo Tadino, improvvidamente, si è detto pronto a discutere “senza alcun approccio ideologico” questa possibilità, mentre il silente Presidente dell’Auri e sindaco di Todi Ruggiano appare il braccio armato della giunta regionale. Ci auguriamo da una parte che tale disponibilità alla discussione non sia una prerogativa concessa esclusivamente alla destra e dall’altra che si abbia il coraggio di uscire allo scoperto per favorire una seria discussione sui costi e benefici di un’operazione che riporta le lancette indietro di 30 anni.”

Per i due consiglieri regionali l’esempio è il comune di Narni che negli ultimi anni ha superato il 75% di raccolta differenziata e invitano Presciutti “a riflettere, oltre all’impatto emissivo dell’impianto stesso, sugli effetti del transito di almeno 20 mila mezzi pesanti ogni anno: equivale a dire 90 tir al giorno contando solo quelli lavorativi, 15 transiti ogni ora considerando l’orario di ingresso/uscita su 12 ore, praticamente uno ogni 4 minuti. Come può tutto questo essere compatibile con il principio DNSH “Do No Significant Harm” che è il paradigma centrale di ogni politica europea? Condividendo il principio secondo cui le discariche sono il male assoluto, com’è possibile sostenere un impianto di incenerimento che manderebbe in discarica 30.000 tonnellate, esattamente il doppio dei rifiuti di un sistema incentrato sul massimo recupero di materia?”

Ancora sul termovalorizzatore nella Fascia appenninica non è stata pronunciata una parola ufficiale (sul piatto ci sono sempre le ipotesi di realizzazione nel Perugino o nella Media Valle del Tevere), ma il dibattito e le polemiche sono già partite in quarta.

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Redazione Gualdo News
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