Con “Il buio del declino” Mario Donnini racconta gli ultimi anni della leggenda Ali

Muhammad Ali a tutt’oggi è considerato il più grande personaggio nella storia mondiale dello sport. GOAT. The Greatest of All Time. Il più grande di tutti i tempi.

Per ciò che ha ottenuto sul ring da pugile ma anche nella vita, col suo impegno pacifista e diretto alla promozione dell’eguaglianza a vantaggio degli afroamericani e idealmente di tutti coloro bersagli di pregiudizi di razza. 

Muhammad Ali, tra l’altro in questo 2022 ricorre l’80esimo anniversario dalla nascita, è anche boxeur e atleta dalla storia leggendaria e complessa, fino a oggi ampiamente raccontata, dettagliata e mitizzata ma caratterizzata da una sorta di zona tabù, scomoda e da evitare: l’ultima. Quella degli anni del declino da pugile e delle ultime e frequenti sconfitte.

E’ qui che Mario Donnini, prima firma di Autosprint e autore di numerosi libri sul motorsport, punta i fari e, ne “Il buio del declino” (Edizioni Mare Verticale) percorre una strada nella quale fino a oggi nessuno aveva avuto il coraggio di avventurarsi e aveva osato andare, forse nel timore di sminuire o rendere vulnerabile il campionissimo.

E invece, proprio dal racconto emozionante del suo viale del tramonto, si scopre la grandezza ancora più calda e intima di un uomo straordinario e potente che non sa e non vuole arrendersi. E che, al contempo, in questa dolorosa, ultima parte della sua vita di atleta e personaggio unico, insegna a tutti noi a non arrendersi mai. Colpito ma inaffondabile e, proprio per questo, maledettamente interessante.

Il giornalista e scrittore gualdese abbandona per un attimo il rumore e la gloria dei motori per raccontare un’altra delle sue passioni, quella del pugilato e di un mito assoluto che ha saputo travalicare i confini della propria disciplina sportiva e del proprio tempo, consegnandosi alla storia.

Addentrarsi nelle pagine di questo libro significa viaggiare in una parte sorprendente e inesplorata dell’umana vicenda di un Grande che, dopo aver vinto, parlato e gridato per tutta la vita, impara alla fine, negli incontri di commiato, a perdere e a tacere, maturando e ingigantendo ancor più la sua scala di valori, l’intensità del suo vissuto e la coraggiosa attitudine a ergersi a modello di vita, sapendo finalmente non solo vincere ma anche in modo sublime mostrarsi ferito ma mai rinunciatario.

Colpito e inaffondabile. Segnato è proprio per questo, maledettamente e per sempre, interessante.

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Redazione Gualdo News
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