di Caterina Panfili
Due ore di musica dense di carisma, energia e una grande voglia di coinvolgere il pubblico non solo con la voce, ma anche con le riflessioni a cui inevitabilmente l’arte conduce. Chioma rossa, look total black e una grande voglia di intrattenere e far divertire: con questo spirito Fiorella Mannoia è salita in quota con la sua band, sul pianoro del laghetto di Valsorda a Gualdo Tadino in occasione del Festival Suoni Controvento (promosso da Aucma, Regione Umbria, Fondazione Perugia, Fondazione Cassa Risparmio di Terni e Sviluppumbria), per interpretare i brani che hanno contraddistinto la sua carriera iniziata nel 1972, con la pubblicazione del primo disco.
‘La versione di Fiorella – Tour Estate’ è un proseguo del tour primaverile svoltosi nei teatri d’Italia e iniziato dopo l’omonimo programma condotto su Rai3. La performance inscenata in Valsorda però è stata del tutto eccezionale, in un’infrastruttura naturale in cui non esistono dietro le quinte e in cui nulla viene nascosto all’occhio dello spettatore che può così ammirare il lavoro dei fonici, dei tecnici, gli attimi che precedono l’arrivo del cantante e l’inizio del concerto. Una situazione che, visto anche l’orario pomeridiano, ha posto l’artista vis a vis con il suo pubblico e che la stessa Fiorella Mannoia ha detto far parte dei momenti che più le piacciono.
Un viaggio da sold out quello che i 1200 spettatori hanno intrapreso domenica 7 agosto 2022, prima fisicamente – come vuole la natura del Festival – e poi emotivamente. Dopo aver raggiunto la location a piedi o con le navette messe a disposizione dall’organizzazione, i fan – con il segnale telefonico nella maggior parte dei casi assente – si sono letteralmente immersi nella natura e nella narrazione musicale di Fiorella che senza mai smettere di ballare ha continuativamente coinvolto il pubblico, raccontando a cuore aperto l’essenza delle sue canzoni, toccando vari temi.
Primo tra tutti l’importanza del tramandare le opere e la memoria degli artisti che purtroppo non ci sono più, ma che hanno lasciato all’Italia un patrimonio culturale e musicale immenso che – secondo Fiorella Mannoia – ognuno di noi ha il dovere di continuare a tramandare continuando a cantare e far ascoltare ai propri figli canzoni di artisti come Pino Daniele, Franco Battiato, Lucio Battisti, Fred Bongusto che solo così riusciranno a restare in vita. Un omaggio particolare poi a Lucio Dalla di cui ha cantato ben due canzoni ricordandolo, tra gli applausi del pubblico, come “il Lucio di tutti e non solo di Bologna”.
Il concerto è stato un connubio non solo delle canzoni che hanno segnato la storia della sua discografia, ma anche un modo per celebrare capolavori evergreen di grandi cantautori italiani come Renato Zero e Francesco De Gregori che lei stessa ha reinterpretato a conferma della ferrea volontà intrapresa fin dagli anni ‘80 di diventare la voce e il controcanto femminile di una canzone d’autore storicamente declinata al maschile.
Un capitolo a parte l’omaggio dedicato a Fabrizio De André che quest’anno avrebbe compiuto 72 anni e al suo grande amico Don Gallo raccontando attraverso la loro storia l’importanza dell’umanità che non giudica e non fa domande ma che porta semplicemente ad aprire le porte del cuore e dell’accoglienza.
“Fabrizio – racconta Fiorella – era nato da una famiglia benestante di Genova, ma non era interessato alla borghesia bensì ai vicoli di Genova e a tutta quell’umanità che non ha voce, che viene scartata perché facilmente giudicabile”. Raccontando spesso nei testi delle sue canzoni dei diversi e degli esclusi dalla società, aprendo a tematiche molto scomode per l’epoca come quella della transessualità, celebrata nella canzone Prinçesa che Fiorella ha re-interpretato in nome di un’umanità che da sempre ha contraddistinto anche la sua vita e la sua arte.
Il concerto è stato infatti un modo per conoscere i valori che si celano dietro le sue canzoni: dalla voglia di battersi e lottare per la giustizia, i sogni, i diritti e per chi chiede aiuto, alla consapevolezza che ognuno in questa vita può fare qualcosa per combattere l’omertà, avendo il coraggio di metterci la faccia, scegliendo da che parte stare e denunciando ciò che non è giusto, ricordandosi l’importanza e il peso di ogni scelta come canta in “Il peso del coraggio” scritta da Amara e per lei, ad oggi, tra le più belle canzoni mai interpretate.
La stessa Mannoia da anni si batte anche per solidarizzare sulla violenza contro le donne a cui ha dedicato la canzone “Nessuna conseguenza”: una dedica a chi ce l’ha fatta per ricordare che uscire si può ed invitando, ancora una volta, a scappare al primo cenno di violenza fisico e psicologico qualora qualcuno si permetta di negare all’altro qualcosa. Il concerto è stato così un modo anche per informare il pubblico della raccolta fondi “Una, nessuna, centomila”, intrapresa con altre sei artiste e destinata ad otto centri antiviolenza sparsi per tutta la Penisola per un totale di un milione e mezzo di euro donati.
“La trasparenza quando si parla di beneficienza è al primo posto”, ha ribadito l’artista che prima di cantare un inno alla vita come “Che sia Benedetta”, ha anche sventolato la bandiera della pace. Un gesto importante soprattutto in un momento storico in cui, secondo la cantante, qualcosa si è rotto e il periodo di pandemia non ha portato ai miglioramenti auspicati.
Argomentazioni importanti comunque sempre intramezzate da racconti ironici e divertenti che hanno rivelato l’anima di un’artista che, tra verità e battute, non ha mai smesso di divertirsi ed intrattenere un pubblico assolutamente coinvolto per tutta la durata del concerto.
Un coro ha sottolineato le eterne note di “Quello che le donne non dicono” che a 35 anni di distanza si dimostra sempre un ‘must’, ma a cui oggi, ad un’età più matura, cambierebbe il finale evidenziando come quel “e ti diremo ancora un altro sì” non è scontato, ma potrebbe diventare anche un forse, un boh, un vedremo.
Complice dell’allegria contagiosa sicuramente la verve di Fiorella, che non potendo fare il cambio d’abito alternava oggetti di scena come cappelli e boa di piume viola, continuando a ballare e a divertirsi in perfetta complicità con il pubblico e con la sua band che ha inscenato insieme all’artista uno show nello show e a cui la stessa, durante la canzone “Cercami” di Renato Zero ha lasciato la scena, sedendosi per terra ad ascoltare la loro alchimia.
Musicisti e compagni di vita con cui collabora da molto tempo e di cui si è detta molto orgogliosa e molto fiera e con cui ha condiviso tanti successi. Un doveroso ringraziamento è quindi andato a Carlo di Francesco alle percussioni e anche direttore artistico e arrangiatore dei live e dei dischi, a Claudio Storniolo al pianoforte e alle tastiere, a Luca Visigalli al basso, a Diego Corradin alla batteria, a Max Rosati e Alessandro De Crescenzo (per tutti DOC) alle chitarre. Senza dimenticare tutte le persone che hanno reso possibile lo spettacolo, anche montando il palco sotto al sole.
Fiorella ha poi letteralmente fatto esplodere il pubblico che, sulle note de “Il cielo d’Irlanda” ha fatto scomparire in un batter d’occhio teli e coperte per alzarsi in piedi e ballare insieme all’artista, scesa tra la folla a dimostrazione della grande umiltà che da sempre la caratterizza.
Un vero e proprio abbraccio quello con cui il pubblico ha potuto salutarla e che lei stessa ha regalato anche ad un fan “speciale” notato in prima fila. A ritmo di musica è poi tornata sul palco per il canonico selfie di gruppo, abbracciata ai suoi compagni d’avventura con cui tra mille inchini ha salutato il pubblico per poi restare da sola e ringraziare di cuore tutti i presenti per l’affetto dimostrato e assolutamente ricambiato, per poi chiudere con un aforisma napoletano in segno di gratitudine: “la faccia mia sotto ai piedi vostri”.
1200 applausi hanno così accompagnato un lungo inchino, a cui è seguita la consegna di un mazzo di fiori da parte del sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti.
La scaletta del concerto: Padroni di niente, I treni a vapore, Combattente, Io vivrò senza te, Nessuna conseguenza, Il peso del coraggio, Amore fermati, Cercami, Cara, Si è rotto, Come si cambia, Perfetti sconosciuti, Quello che le donne non dicono, La casa in riva al mare, Prinçesa, Sally, Caffè nero bollente, Siamo ancora qui, Generale, Che sia benedetta, Il cielo d’Irlanda.