“Quest’immagine (il grafico, ndr), cari amici, è molto importante: salvatela sul vostro pc e sul vostro smartphone, magari mettendola fra le foto preferite, così da ritrovarla quando vi serve.”
Così inizia un lungo post su Facebook di Pierluigi Gioia, responsabile della stazione meteorologica Palazzo Mancinelli di Gualdo Tadino, con il quale evidenzia il cambiamento climatico in atto anche in questo territorio.
“Finora – scrive – rispetto ad altre zone del mondo, la situazione di riscaldamento climatico delle nostre zone è stata sotto controllo, nel senso che, specialmente nei primi 15 anni del nuovo millennio, analizzando i dati di Palazzo Mancinelli, non era evidente una vera e propria progressione delle temperature, che rimanevano stazionarie su livelli più alti rispetto agli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso.
Ora che di anni ne sono passati quasi 22, dividendo questo lungo periodo in due metà (2001-2011 / 2012-2022), che corrispondono un po’ più che ad un decennio ciascuna e confrontando i dati fra loro, questa tendenza all’aumento, purtroppo, comincia a manifestarsi, anche se non con valori apparentemente drammatici. Ma in tendenza lo sono.
Se, infatti, l’aumento delle temperature medie del periodo 2012-2022 rispetto al 2001-2011 è stato inferiore a 0,3°C (0,275°C per l’esattezza), notiamo che raggruppando i dati per stagione, le cose cambiano decisamente.
La stagione che ha fatto registrare i più grandi aumenti, come credo sia evidente a tutti, è stata l’estate (giugno, luglio, agosto): dal primo al secondo decennio del XXI secolo, l’aumento è stato di +0,7°C (da 21,7°C a 22,4°C).
Dopo l’estate, la stagione che ha fatto registrare gli aumenti maggiori è l’inverno (dicembre, gennaio, febbraio), con +0,4°C (da 4,9°C a 5,3°C di media). E anche di questo ce ne siamo accorti, credo, con facilità.
L’autunno (settembre, ottobre, novembre) ha mostrato un progresso di soli 0,2°C (da 13,7°C a 13,9°C), rimanendo pressappoco stabile. In controtendenza, invece, il dato della primavera che, dal primo al secondo decennio del XXI secolo, ha mostrato una diminuzione di 0,2°C (-0,2°C, da 12°C a 11,8°C). Quindi, in primavera, oggi fa leggermente più freddo da quello che succedeva ad inizio millennio. Perché? Perché una successione ininterrotta di inverni dominati da vortici polari poderosi ha causato, poi, ondate di freddo tardive fino al mese di aprile, se non oltre.
Quindi, perché è importante quell’immagine, che mostra l’andamento delle temperature medie estive a Palazzo Mancinelli? Per ricordarci qual è stata la stagione che ha mostrato più evidenti i segni di un riscaldamento climatico anche nelle nostre zone: l’estate, sempre più dominata, con gli anni, dagli anticicloni africani.
Mentre le primavere fredde, con ondate di gelo tardive, ci hanno di fatto grandemente diminuito la produzione di frutta o addirittura danneggiato o fatto morire le coltivazioni. 0,7°C di progresso in dieci anni o poco più sono tanti: se questo aumento sarà costante, ci troveremo, a fine secolo, con medie estive di 7°C superiori a quelle attuali (in pratica 30°C di media, come Baghdad o Dubai).
Se questo sarà vero – e mi auguro davvero di no – chissà quali poderosi cambiamenti ambientali avremo sulle nostre montagne? Come muterà l’habitat e come muteranno la flora e la fauna?”