A inizio anno c’erano state le prime avvisaglie, con Saxa Gres che a Gualdo Tadino aveva prolungato ai dipendenti il periodo di ferie di fine anno per tutto il mese di gennaio. Poi un nuovo stop a marzo. Adesso la terza sospensione della produzione che potrebbe protrarsi sino alla fine dell’anno.
Il motivo è sempre lo stesso: il prezzo esorbitante del gas, che nel frattempo è continuato a crescere vertiginosamente. L’effetto è pesantissimo e il presidente Francesco Borgomeo lo ha comunicato in un incontro con i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Rsu: in queste condizioni per l’azienda è impossibile lavorare.
“Già a dicembre 2021, quando il costo del gas era salito da 23 a 70 centesimi al metro cubo, avevamo fermato i forni – ha detto il presidente di Saxa Gres all’Adnkronos – A quel punto abbiamo rinegoziato i contratti con i clienti e ottenuto che pagassero in base all’andamento del prezzo del gas con un tetto fissato a 1,50 centesimi al metro cubo. In meno di sei mesi abbiamo fatturato 50 milioni, ma poi lo scorso 31 luglio la macchina si è fermata di nuovo: dai 90 centesimi al metro cubo di dicembre siamo arrivati a 1,80 euro, poi a 2,80 ad agosto”.
“A quel punto – spiega Borgomeo – abbiamo dovuto interrompere la produzione e attivare la procedura di cassa integrazione, immaginiamo fino alla fine dell’anno, nonostante siamo strapieni di ordini.” Il numero uno del gruppo Saxa Gres evidenzia che nei primi sei mesi la spesa energetica è quasi quadruplicata, passata dai 6 milioni del 2021 ai 22 di quest’anno. Il costo pallet, inoltre, è triplicato: da 8 a 23 euro.
“Il presidente Francesco Borgomeo – riferiscono i sindacati in una nota – ci ha spiegato che se il prezzo del metano resterà intorno ai 3 euro al metro cubo la ripresa delle attività produttive sarà impossibile. Pertanto, è necessario proseguire a vista, ed utilizzare la cassa integrazione fino a che il prezzo della materia prima non scenda a condizioni accettabili”, che potrebbero essere tra 1 euro e 1,50. Nell’estate 2021 l’azienda pagava il gas 0,23 euro a metro cubo.
UNA SVOLTA DAL BIODIGESTORE – Filctem Cgil e Femca Cisl, insieme alla Rsu, dal canto loro hanno ribadito come oggi più di ieri sia “fondamentale che tutte le aziende e in particolar modo Saxa Gualdo investano sulle fonti di energia rinnovabili”. Per Saxa equivale ad attuare il piano industriale sottoscrito nel 2018, che prevede la realizzazione di un biodigestore il quale garantirebbe la metà del metano necessario alla produzione.
“In attesa che a livello europeo e nazionale venga imposto un tetto al costo del metano per garantire l’immediata ripresa delle produzioni – afferma Euro Angeli della Filctem Cgil di Perugia – abbiamo chiesto all’azienda di avviare un tavolo di confronto con le istituzioni locali, Regione e Comune, per procedere alla realizzazione del biodigestore in maniera rapida, rispettando tutti i parametri di sicurezza ambientale e garantendo la salute e l’occupazione a lavoratori e cittadini. Non accetteremo in nessun modo lungaggini politiche o tecniche che possano ritardare l’istallazione dell’impianto – conclude – perché ne va della continuità aziendale e della tenuta sociale di tutto il territorio gualdese e non esiteremo a chiedere un appoggio di tutti i lavoratori per ottenere questo importante risultato. Accanto a questo crediamo che sarebbe giusto integrare la cassa integrazione dei lavoratori costretti a fermarsi con risorse regionali, per garantire una paga mensile sufficiente al mantenimento di quasi 160 famiglie doppiamente colpite dal caro-energia”.