La scorsa settimana nel cimitero comunale di Gualdo Tadino, durante dei lavori di manutenzione della tomba della famiglia Rubboli, c’è stato un inatteso ritrovamento. Si tratta dei resti di Paolo Rubboli (Pesaro 1838 – Gualdo Tadino 1890) e di suo figlio Alessandro (Pesaro 1865 – Gualdo Tadino 1889) conservati in due cassette di piombo rinvenute all’interno della tomba. Su una delle due era visibile una scritta a inchiostro nero Paolo Rubboli 1838 (qui sopra nella foto di Mauro Guidubaldi).
Fino a quel momento si riteneva che le spoglie di Paolo e Alessandro fossero finite nell’ossario del nuovo cimitero comunale che aveva sostituito l’altro più antico della Madonna delle Rotte, definitivamente dismesso nel 1923 per far posto a una centrale elettrica. Il 1° marzo di quell’anno la Giunta Municipale ne ratificò la soppressione. Tra i partecipanti di quella riunione era presente in qualità di assessore Alberto Rubboli, il più giovane dei figli di Paolo, avuto dalla terza moglie Daria Vecchi. È quindi probabile che grazie al suo intervento i resti di Paolo e Alessandro siano stati riesumati e traslati nel nuovo cimitero, dove proprio in quegli anni veniva edificata la tomba di famiglia.
Paolo Rubboli fu un importante ceramista e imprenditore che nella seconda metà dell’Ottocento diede vita ad una rinomata manifattura di maioliche a lustro a Gualdo Tadino, stabilendo una tradizione artistica che in seguito divenne tipica della città, modificandone il destino economico e culturale. Quando Paolo giunse nella città umbra nel 1875 suo figlio Alessandro, avuto dalla prima moglie Amalia Giammarchi, aveva solo 10 anni. In due atti notarili del 1883 e del 1884 sia Paolo che Alessandro figurano come fabbricatori di maioliche artistiche e in uno dei documenti Alessandro viene definito pittore.
Alessandro ebbe vita breve spegnendosi nel giugno del 1889, senza avere ancora compiuto 24 anni. Paolo lo seguì nel maggio dell’anno successivo, fortemente provato dalla morte del primogenito. L’Associazione Culturale Rubboli e il Museo Rubboli, in occasione dei 150 dalla fondazione dell’opificio (1873-2023) faranno apporre sulla tomba una targa in memoria dei due ceramisti, tra i principali pionieri della ceramica a lustro ottocentesca.