All’ospedale di Branca il sesto Congresso Nazionale sulla Biosicurezza

Autorevoli relatori ed esperti nazionali nel settore della gestione, pianificazione e risposta efficace alle maxi emergenze di natura sanitaria provocate da agenti (chimici, biologici, radiologici e nucleari-esplosivi) hanno preso parte al sesto Congresso Nazionale sulla Biosicurezza, che si è tenuto sabato 19 novembre presso l’ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino, promosso dal Centro unico di Formazione della Regione Umbria, dall’Usl Umbria 1 e da Simedet (Società di medicina diagnostica e terapeutica).

I lavori sono stati aperti da Teresa Tedesco, direttore sanitario facente funzione dell’Usl Umbria 1, e da Manuel Monti, direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale di Branca e ideatore dell’iniziativa formativa di educazione continua in medicina per tutte le professioni sanitarie.

L’obiettivo del corso, secondo Monti (che è anche vicepresidente di Simedet), è quello di “aggiornare e ridefinire il Piano pandemico nazionale con gli strumenti di pianificazione strategica della Biosicurezza e Biocontenimento in ambito sanitario, utilizzando ciò che abbiamo imparato in questi anni. Solo così potremo essere pronti ad una prossima epidemia che potrebbe comparire nei prossimi anni”.

Gli argomenti trattati hanno risentito inevitabilmente della fase pandemica da Sars Cov2 che il paese sta vivendo e gestendo in una cornice di azioni coordinate in ambito europeo. La preparedness (preparazione, ndr)nelle emergenze di sanità pubblica comprende tutte le attività volte a minimizzare i rischi posti dalle malattie infettive e a mitigare il loro impatto durante una emergenza di sanità pubblica, a prescindere dalla entità dell’evento (locale, regionale, nazionale, internazionale). Durante un’emergenza di sanità pubblica sono richieste capacità di pianificazione, coordinamento, diagnosi tempestiva, valutazione, indagine, risposta e comunicazione senza sovraccaricare i servizi sanitari ordinari.

Durante l’evento sono state  affrontate le tematiche del Biocontenimento applicato al trasporto e gestione di pazienti altamente infettivi con l’intervento di Flavia Riccardo dell’Istituto Superiore di Sanità, del vaiolo delle scimmie con Leonardo Borgese della Sapienza di Roma, e l’emergenza West Nile disease con Stefano Adami, direttore di Igiene urbana animale dell’azienda ULSS9 Scaligera di Verona.

La seconda sessione, moderata da Ulrico Angeloni, dirigente del Ministero della Salute, ha visto il prestigioso intervento di Giuseppe Quintavalle, direttore del Policlinico Tor Vergata di Roma, che ha parlato della riorganizzazione dell’ospedale Tor Vergata durante l’emergenza Covid e che ha permesso di ridurre al minimo il rischio infettivo per i pazienti più fragili e di gestire nel migliore dei modi i pazienti affetti da infezione da Sars CoV 2. Massimo Mariano, dirigente medico del Pronto Soccorso di Lanciano-Vasto Chieti, ha permesso di ricordare come sono stati riorganizzati i pronto soccorsi nei periodi più importanti della pandemia.

Mara Fabrizio ha portato i saluti dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto e ha discusso del nuovo Centro di formazione regionale in ambito sanitario che permetterà un ottimizzazione delle risorse e un’alta qualità degli eventi formativi che si terranno in Umbria.

Secondo il presidente nazionale della Simedet, Fernando Capuano, – che ha moderato la prima sessione insieme a Paolo Casalino (Università Tor Vergata di Roma) – l’Italia si deve dotare di un’Agenzia nazionale di sorveglianza e controllo delle malattie altamente diffusive che prepari e formi per tempo e con opportune esercitazioni il personale sanitario e gli addetti della Protezione civile, difesa civile e delle forze armate. Un organismo che provveda alle scorte strategiche di DPI, al coordinamento degli enti preposti, alla comunicazione del rischio nella fase di allerta pandemica con il coinvolgimento attivo e responsabile della popolazione.

Ha concluso il convegno Antonella Mencacci, direttrice del Laboratorio di microbiologia dell’ospedale di Perugia, che ha sottolineato l’importanza della formazione fra gli operatori sanitari e il lavoro multidisciplinare fra tutti i professionisti per sconfiggere eventuali pandemie nel futuro.

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Redazione Gualdo News
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