Nuove tecnologie per studiare a fondo i dischi aurei di Gualdo Tadino

La Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, la cinquantottesima, intende proporre per la prima volta un quadro aggiornato delle conoscenze pre-protostoriche sull’Umbria, crocevia in tutte le epoche e rilevante nei processi storici, socio-economici, biologico-ambientali.

Il 10-11-12 novembre di questo 2023, a Perugia, verranno presentati anche i nuovi risultati e la nuova documentazione su Gualdo Tadino.

Il lavoro, in particolare, si focalizza sui famosi dischi aurei rinvenuti presso la valle di Santo Marzio, a Gualdo Tadino: il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria – MANU, insieme all’Università di Roma “La Sapienza” e Phaistos Epigraphic Project, elaboreranno immagini dettagliate dei preziosi manufatti (Reflectance Transformation Imaging), dalle più differenti angolazioni e con una definizione e attenzione ai dettagli mai adottata fino ad ora, evidenziando così non solo le peculiarità dei reperti, ma anche le tecniche di lavorazione usate.

I dischi, risalenti al XII secolo a.C., rappresentano un’importante testimonianza storica del territorio che svela i percorsi transappenninici in un periodo di molto precedente all’arrivo dei romani.

Considerati una delle prime manifestazioni di lavorazione a sbalzo dell’oro della Penisola, rappresentano solo uno dei reperti portati alla luce tra la fine degli anni ’30 e gli anni ’40 dello scorso secolo, e forniscono importanti riscontri per la ricostruzione di quelle antichissime culture, anche sotto il profilo religioso.

La storiografia del tempo li avrebbe accostati ai dischi del villanoviano recente di Bisenzio – decorazione a globi e tratteggi ne sono un tipico motivo – ma si sarebbe spinta anche oltre, nominando casi di ritrovamenti affini in Irlanda e citando il celebre “carro di Trundholm“, con la rappresentazione del carro solare trainato dal cavallo, riconoscendo così nel reperto gualdese un esempio di culto solare affine a quelli nord-europei e dell’Italia settentrionale, come il disco di corno della terramara di Castione dei Marchesi, presso Parma.

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Redazione Gualdo News
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