“Ancora una volta scelte sulla pelle dei gualdesi?”. A porre la domanda è il capogruppo di Fratelli d’Italia – Siamo Gualdo Roberto Cambiotti. La questione è quella che riguarda il futuro della Saxa Gres, azienda dove lavorano circa 120 gualdesi, oramai da diverso tempo in cassa integrazione e nell’impossibilità di lavorare continuamente.
“Lo scenario è ancor più drammatico – prosegue Cambiotti – in quanto sembra che sia in atto un vero e proprio smantellamento dei macchinari produttivi all’indomani dell’accordo di vendita con un fondo d’investimenti interessato all’acquisto della medesima azienda, che pare essere saltato. Per questo motivo abbiamo chiesto un Consiglio straordinario aperto, insieme alle altre forze di opposizione, perché sale la preoccupazione per la pesante e difficile situazione dei lavoratori, tanto che le organizzazioni sindacali sono già in mobilitazione per impedire la vendita di tali macchinari e si sta preparando lo stato di agitazione e consequenziale crisi”.
“Senza voler entrare nel merito delle decisioni aziendali finalizzate all’obiettivo di far quadrare i conti – scrive Cambiotti – balza all’occhio e desta qualche perplessità il progetto del biodigestore da realizzare proprio a Gualdo Tadino. Le due cose apparentemente slegate tra loro sono invece strettamente allacciate, poiché la stessa Saxa compare nella compagine sociale della società che ha presentato il progetto per la realizzazione di tale impianto, finalizzato al recupero della frazione organica (FORSU) per la produzione del biometano, acquisendo già i terreni utili allo scopo.”.
“E qui salgono i dubbi – affermano da FdI – Da una parte si sta procedendo per costruire un biodigestore e dall’altra si starebbe smantellando il sito produttivo dove lavorano tantissimi nostri concittadini che attraverso quell’impianto dovevano dormire sonni tranquilli poiché utile a mandare avanti la produzione. Qualcosa è chiaro che non torna. Cosa sta accadendo? Ci stanno nuovamente prendendo in giro? In quale terreno tortuoso si sta cacciando la città di Gualdo? Tutte domande legittime che ci poniamo noi e tutta la comunità gualdese, ma soprattutto le maestranze dell’azienda che rappresentano altrettante famiglie”.
“Non siamo contrari ad alcun investimento e non ci anima nessun pregiudizio nei confronti di un impianto che presenti i requisiti di salubrità, efficienza e regolarità previsti dalle norme, ma vogliamo capire quali saranno le ricadute economiche per il nostro territorio visto che dal punto di vista occupazionale un biodigestore non presenta grandi opportunità. E se la sua costruzione non serve a scongiurare la chiusura dell’azienda Saxa e la messa in sicurezza di tutti i lavoratori, a cosa serve? Quali sono i benefici per la città? Che fine faranno i lavoratori in attesa della costruzione di tale impianto, ammesso che serva a mandare avanti la produzione?”.
“Vogliamo chiarezza – conclude l’esponente di FDI – e capire come sia possibile che l’amministrazione non abbia minimamente coinvolto il consiglio comunale e la città per informare su quanto stava avvenendo al sito produttivo di Gualdo Tadino. Il primo cittadino ha il dovere di monitorare le vicende che rientrano a pieno titolo tra le grandi vertenze regionali, così come accade per le crisi aziendali che si verificano altrove. Vogliamo andare a fondo di tale questione e sapere come tale progettualità interverrà per la protezione sociale di oltre 120 famiglie. Non ci interessano i profitti dei privati se questi non si sposano con le esigenze del territorio, con la sua crescita e il suo sviluppo, tanto più se nascono da volontà non chiare fin dall’inizio. Non vogliamo trovarci ancora una volta a piangere la fine di un’azienda che ha rappresentato la vitalità imprenditoriale e la storia della nostra città. Ci dicano a cosa serve un biodigestore se non serve ai lavoratori della Saxa Gres.”