Saxa, spiragli per la ripresa della produzione. Borgomeo: “Non mollo di un centimetro”

Obiettivo del gruppo Saxa è la ripresa della produzione in tempi relativamente brevi nello stabilimento di Gualdo Tadino, fermo dalla scorsa estate a causa dell’aumento vertiginoso del prezzo del gas.

Lo ha annunciato il presidente del gruppo, Francesco Borgomeo, intervenuto nel consiglio comunale aperto svoltosi nel pomeriggio di lunedì 6 marzo su richiesta delle opposizioni di centrodestra, evidenziando che questo avverrà grazie all’accesso di Saxa al Fondo Salvaguardia Imprese, con il quale Invitalia acquisirà una partecipazione di minoranza nel capitale dell’azienda.  

In attesa che la produzione riparta, i circa 120 dipendenti potranno ancora usufruire degli ammortizzatori sociali: con la scadenza il prossimo 12 marzo della cassa integrazione, verrà attivata per 12 mesi quella per cessazione, anche se il termine non è appropriato visto quanto annunciato in consiglio. In più, affinché i lavoratori non abbiano interruzione sull’erogazione dell’ammortizzatore sociale, Saxa prenderà accordi con un istituto di credito locale così che questo anticipi l’importo, facendosi carico l’azienda delle spese per interessi e costi di gestione del conto corrente.

Il consiglio comunale ha poi approvato all’unanimità un ordine del giorno, inizialmente proposto dal centrodestra e poi emendato in sede di conferenza dei capigruppo, che impegna tra l’altro il sindaco e la giunta ad attivarsi presso tutte le sedi istituzionali al fine di trovare soluzioni per garantire forme di sostegno per i lavoratori, per richiedere l’apertura di un tavolo di confronto tra azienda, Regione, Comune, parti sociali e Confindustria, e a farsi promotori presso l’azienda e i sindacati per richiedere l’apertura di un tavolo di crisi in Regione.

La sala consiliare era affollata di dipendenti di Saxa Gualdo, che da diversi mesi sono tornati a vivere una situazione di grave incertezza sul loro futuro. Il presidente Borgomeo ha ripercorso tutte le tappe che hanno caratterizzato i cinque anni della nuova proprietà, evidenziando che il gruppo Saxa Gres ha rilevato l’azienda, che si trovava in una situazione di crisi profondissima, investendo 35 milioni di euro senza usufruire di denaro pubblico. Nonostante il Covid, l’azienda aveva un fatturato di 22 milioni di euro l’anno, ma il 2022 ha visto un aumento dei costi di energia del 1500 per cento, costringendo la proprietà a spegnere i forni.

Borgomeo ha sottolineato l’inerzia dei governi nel dare sostegni alle aziende in quel periodo, al contrario di quanto avvenuto in altri Paesi. Adesso che il prezzo del gas è tornato a livelli accettabili (sebbene tre volte superiore al 2021) i fornitori di energia, per riaprire i rubinetti, chiedono all’azienda due milioni di euro di deposito cauzionale più due mensilità anticipate per un totale di quattro milioni di euro. Richieste, ha evidenziato Borgomeo, impossibili da sostenere.

Per questo, dopo che una trattativa per la cessione non si è concretizzata, Saxa ha deciso di aprire all’ingresso di Invitalia nel capitale. “Sarà un elemento in più di garanzia – ha detto – anche se il nostro non è un problema di mercato perchè abbiamo brevetti, competenze e prodotti. Non mollo di un centimetro – ha proseguito – Credo nei nostri processi di produzione e l’impegno di Invitalia è serio. Tra maggio e giugno il percorso si completerà.” Obiettivo ora è riaccendere almeno un forno.

Borgomeo ha anche evidenziato la necessità dell’impianto per la produzione di biometano che renderebbe competitiva l’azienda e autonoma da futuri aumenti del prezzo del gas. “L’impianto è sicurissimo – ha evidenziato – e permetterà la sopravvivenza alla fabbrica.”

Nel corso del consiglio comunale aperto sono intervenuti il vicepresidente della giunta regionale Roberto Morroni, che ha garantito l’attenzione della Regione sulla vicenda, Euro Angeli, segretario generale della Filctem Cgil di Perugia, Simone Sassone della Femca Cisl Umbria e il sindaco Massimiliano Presciutti, polemico con l’assessore regionale Fioroni. Presciutti ha detto di aver richiesto alla Regione l’apertura di un tavolo di crisi senza peraltro aver avuto riposta dal responsabile regionale dello sviluppo economico.

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Redazione Gualdo News
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