Dal 1996 è stato scelto il primo giorno di primavera, come segno di speranza e di rinascita, per ricordare, su iniziativa dell’Associazione Libera, il lungo elenco delle vittime di mafia.
Quest’anno anche a Nocera Umbra si è tenuta una significativa “marcia della memoria“, organizzata da studenti e docenti dell’Istituto Superiore Sigismondi.
Un grande corteo colorato, punteggiato da bandiere e cartelloni realizzati dai ragazzi, si è mosso dal piazzale antistante la scuola superiore e ha attraversato le vie della città, dove alle finestre e sui balconi erano state esposti drappi e lenzuola bianche.
Dopo aver raggiunto Piazza Caprera, all’interno della Pinacoteca comunale, alla presenza dei rappresentanti di alcune associazioni del territorio, il comandante della Compagnia Carabinieri di Gubbio Fabio Del Sette, il comandante della Stazione Carabinieri di Nocera Umbra, Davide Tenti, Marco Fratoni, comandante del Reparto Carabinieri Biodiversità di Assisi, e il dirigente scolastico, Leano Garofoletti, hanno ricordato che l’iniziativa è stato il momento conclusivo di un intenso lavoro dedicato proprio al tema della legalità.
Infatti, già nella precedente settimana i ragazzi del “Sigismondi” avevano partecipato a diversi incontri con il capitano Del Sette, il maresciallo Tenti e l’avvocato Picchiarelli, che ha permesso agli studenti di riflettere su ciò che significa essere responsabili delle proprie azioni e quanto le proprie scelte incidano sulla vita degli altri.
Il sindaco di Nocera Umbra, Virginio Caparvi, ha poi ricordato ai presenti il valore del sacrificio delle tante vittime di mafia, esortando i giovani a tenere la medesima postura morale anche nel quotidiano e nei rapporti tra compagni di scuola.
Alessio Marcucci, rappresentante regionale dell’Associazione Libera, ha ribadito che giornate come queste sono fondamentali, perché fanno vera cultura, portando l’argomento della lotta alla mafia anche in contesti a bassissimo impatto sociale in cui il fenomeno può arrivare solo filtrato dalla spettacolarizzazione di cinema e televisione.
I ragazzi dell’istituto Omnicomprensivo hanno poi ricordato i nomi di quattordici delle tante vittime di mafia, scelti in funzione del percorso didattico seguito dalle varie classi in questo periodo.
Infine è stata la volta del già Procuratore Generale di Perugia, Fausto Cardella, che ha regalato ai presenti l’emozionante racconto della sua esperienza alla Procura di Caltanissetta, quando da Perugia fu chiamato dalla procura nazionale antimafia a seguire le indagini sulle stragi di Capaci e via D’Amelio.
Ha sottolineato l’importanza dell’eredità lasciata da uomini come Falcone e Borsellino e, rivolgendosi alla platea dei ragazzi, ha raccomandato loro di studiare perchè, ha detto, “è solo nello studio che si possono acquisire quelle competenze per specializzarsi e dare un contributo positivo alla società. Anche questo è un insegnamento lasciato da Falcone, il quale si era reso conto che anche il contrasto alla mafia era una cosa che richiedeva specializzazione, che significa competenza, conoscenza del proprio lavoro.”