A Palazzo Mancinelli ricordati in chiesa i caduti sul lavoro di ogni parte del mondo

  • – di Pierluigi Gioia

E chi l’ha detto che in chiesa si debbano solo svolgere cerimonie religiose? A Palazzo Mancinelli, per tradizione, non è così.

Il 1° maggio, infatti, le celebrazioni per i caduti sul lavoro, che da qualche anno si svolgono a Palazzo Mancinelli, su cortese invito del parroco, don Michele Zullato, si sono tenute all’interno della chiesa di Santa Maria del Fiume.

Decisione davvero azzeccata, perché la cerimonia ha assunto un valore totalmente diverso, oltre a mantenere asciutti i non pochi presenti, che hanno potuto provare l’emozione di ascoltare l’Inno nazionale, suonato dalla banda musicale Città di Gualdo Tadino, diretta dal maestro Angelo Arnesano.

Dopo l’introduzione improvvisata di Pierluigi Gioia, che ha spiegato il senso della giornata, ideata qualche anno fa da Massimo Viventi, storico gestore del circolo Acli di Palazzo Mancinelli, e da Valerio Anderlini, direttore de Il Nuovo Serrasanta, scomparso nel 2018, specificando che si tratta di una cerimonia dedicata a tutti i morti sul lavoro, di ogni parte del mondo, ha preso la parola il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, che ha particolarmente apprezzato l’ospitalità del parroco, ringraziandolo per la cortesia, e proponendogli di far iniziare ogni anno la festa del primo maggio con una celebrazione in suffragio dei caduti sul lavoro, ricordati simbolicamente dal monumento sulla piazza principale di Palazzo Mancinelli, in cui sono incisi i nomi di sette caduti palazzanti.

Sono seguiti gli interventi dei rappresentanti sindacali presenti, i quali hanno deprecato la tragedia delle morti bianche: Matteo Cappannelli, della CISL, Alessandro Piergentili e Hedi Khirat, della CGIL. Quest’ultimo, in particolare, ha ringraziato di cuore il parroco per l’ospitalità, osservando che un luogo sacro è il posto ideale per celebrare i morti sul lavoro, anche per un islamico, perché “è così che dev’essere: tutte le religioni adorano lo stesso Dio, predicano l’amore, la pace, la collaborazione e proprio collaborando insieme si risolvono tragedie immani come quella delle morti sul luogo di lavoro.”

La celebrazione è poi proseguita con il racconto, da parte dello storico locale, Euro Puletti, di una tragedia dimenticata legata alle morti sul lavoro: l’affondamento del transatlantico inglese Empress of Ireland, il 28 maggio 1914, che provocò la morte di oltre mille passeggeri, in gran parte lavoratori stranieri di ritorno in Europa, minatori in Minnesotha e Pennsylvania, e fra loro di una quindicina di lavoratori provenienti dalla fascia appenninica (Costacciaro e Sassoferrato). “Una tragedia solo di poco inferiore a quella del Titanic per numero di vittime – ha spiegato il professor Puletti – ma praticamente dimenticata, perché le vittime erano minatori, non vip come quelli che perirono sul Titanic”.

Un intermezzo storico, che ha conferito alla cerimonia un carattere, oltre che politico-sociale e religioso, anche storico.

Al termine, Massimo Viventi, presidente del circolo Acli di Palazzo Mancinelli, e Marta Ginettelli, vicepresidente provinciali Acli, hanno salutato a loro volta i presenti.

A questo punto, mentre la banda musicale suonava, protetta dal tendone di piazza Caduti sul Lavoro, La leggenda del Piave, il sindaco ha deposto una corona di fiori sul monumento che ricorda i caduti sul lavoro, nella piazza di Palazzo Mancinelli, e il parroco l’ha benedetta, invocando la benedizione di Dio su tutti i lavoratori del mondo, di ogni popolo e di ogni religione, perché le tragedie sul lavoro non debbano più ripetersi.

Al termine, il circolo di Palazzo Mancinelli ha offerto ai presenti un rinfresco, con fave, pecorino e panini imbottiti.

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Redazione Gualdo News
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