Nel tardo pomeriggio di venerdì 19 maggio, nella Sala Panorama dell’Universo Flea a Gualdo Tadino, è stato presentato il libro di Daniele Amoni, Sofia Raggi e Christian Severini “Gualdo Tadino: la montagna che vive. Due secoli di storia attraverso le immagini”.
L’evento – promosso da SC Photographers unitamente all’amministrazione Comunale di Gualdo Tadino, al Gruppo Fotografico Gualdese, al Birrificio Flea, al Lions Club di Gualdo Tadino e al Rotary Club di Gualdo Tadino – ha visto la partecipazione di un folto pubblico composto da tanti rappresentanti del mondo associazionistico locale.
A fare gli onori di casa Matteo Minelli, CEO di Universo Flea, che ha sottolineato come la valorizzazione della montagna potrebbe essere un volano per lo sviluppo economico cittadino, mettendosi a disposizione per interventi concreti. Christian Severini, che ha condotto i lavori di presentazione del volume, ha evidenziato come alcuni passi verso la valorizzazione del nostro patrimonio montano siano stati fatti e ha citato alcuni esempi, tra i quali la realizzazione dell’area sosta camper a Valsorda e l’inaugurazione odierna dei rifugi ristrutturati che saranno gestiti dall’associazione Vivere Valsorda.
E’ toccato poi a Daniele Amoni, curatore dell’opera, illustrare la struttura del libro, ripercorrendo la storia della sua nascita. L’autore ha sottolineato come questo lavoro può rappresentare un ottimo modo per valorizzare la città di Gualdo Tadino e per rappresentare l’Appennino gualdese in tutta la sua bellezza e complessità, attraverso le fotografie del passato, che ritraggono l’intimo rapporto dei gualdesi con la montagna, partendo dai primi anni del Novecento fino ai giorni d’oggi. Per l’occasione è stato annunciato che uscirà un nuovo volume con immagini inedite di altre zone della montagna gualdese.
A proposito di storia locale, Severini ha ricordato l’inaugurazione dell’apposizione della nuova Croce in ferro in cima all’Eremo di Serrasanta che si terrà domenica 21 Maggio da parte della Confraternita della SS Trinità esattamente 80 anni dopo dalla prima. Era infatti il 22 maggio 1943.
È poi intervenuto Roberto Morroni, vicepresidente della giunta e assessore regionale all’Ambiente, il quale ha evocato le emozioni che le nostre montagne suscitano nei gualdesi. “Si tratta – ha evidenziato – di un tratto identitario fortissimo, di una presenza che va tutelata, attenzionata e preservata con l’obiettivo di farne anche un volano di sviluppo economico intelligente”. L’esponente politico ha rivolto un vero e proprio appello affinché venga abbandonata “una cultura eccessivamente vincolistica” per attuare politiche di sviluppo sostenibili. “Bisogna fare uno scatto – ha detto – e ritrovare lo spirito imprenditoriale che a Gualdo è andato via via scemando e mettere in campo servizi per incentivare il turismo come motore di sviluppo economico. A livello locale ci sono seri problemi nei servizi di ristorazione e nella ricettività. Abbiamo un patrimonio distintivo – ha poi aggiunto utilizzando una metafora dal volley – che è un’alzata, però manca chi schiaccia la palla. Questa città non ha mai creduto nello sviluppo turistico”.
Il vicepresidente della Regione ha poi ricordato le campagne di promozione turistica lanciate dalla Regione negli ultimi tre anni che stanno avendo riscontri positivi in termini di presenze turistiche in Umbria. “Questo non è il momento delle riflessioni, ma delle scelte visto lo scenario positivo che si è aperto per il turismo nella regione, altrimenti siamo destinati ad un declino rapido e irreversibile. Bisogna dare la sveglia a questa città – ha concluso – e aprire un dibattito con le menti aperte, fiduciose, energiche presenti e mettersi all’opera con l’appoggio anche delle politiche regionali”. Appoggio che Morroni ha garantito.
Anche il sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti ha sottolineato le difficoltà locali, citando “la litigiosità, certa burocrazia che rallenta i tempi e spesso fa scappare gli imprenditori che vogliono investire, i tanti vincoli e la nascita continua di comitati. “Abbiamo un tremendo bisogno di coraggio di governo, di fare delle scelte lasciando da parte gli estremismi”, ha sottolineato aggiungendo che su queste problematiche si è confrontato anche con Roberto Morroni. “Dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter fare, di dare linfa a chi è intraprendente come la Valsorda Tour. Invece spesso si è ostacolati dai tanti conflitti che si verificano e che rischiano di farci rimanere perennemente fermi”, ha sottolineando ricordando che ognuno potrebbe fare la sua parte come avvenuto per la ristrutturazione dei rifugi montani “restaurati con i fondi della pubblica amministrazione”.
Il primo cittadino ha evidenziato come nelle fotografie in bianco e nero raccolte nel libro di Amoni, Raggi e Severini, si coglie “la lungimiranza degli interventi e il sacrificio fatto per realizzarli in condizioni difficili”, citando ad esempio Carlo Rosi.
L’auspicio di Presciutti è che “venga meno la conflittualità perché porta solo danno” e che si riesca a “fare comunità per crescere e far sviluppare il territorio. Ognuno deve fare un passo di lato per poterne fare tutti insieme tanti in avanti”, ha concluso il Sindaco.
Lo speleologo Vittorio Carini ha interessato il pubblico in sala parlando della Gualdo sotterranea e ha ripercorso le tappe della nascita del gruppo speleologico. Oltre ad evidenziare le bellezze presenti nelle viscere delle nostre montagne, ha posto una forte attenzione anche sull’alto rischio idrogeologico della Valle del Fonno. “E’ fondamentale conoscere il corso delle acque” – ha detto Carini ricordando gli studi e i rilievi in nostro possesso. “Sono state scoperte tante grotte, ma ancora siamo alla ricerca di quelle grandi”. Studio, passione, bellezza e rischio al servizio della comunità dunque.
Ha concluso i lavori l’autrice del testo del libro che tanto ha fatto dibattere durante la presentazione, Sofia Raggi che ha voluto puntare il suo sguardo sulle montagne anche come ricerca della pace, elevazione spirituale, “energia che ci sfama anche”. Una sintesi, dunque, di tutto quello che l’Appennino gualdese rappresenta e potrebbe rappresentare per la comunità cittadina.