A San Donato piacciono le situazioni al limite dell’impossibile. Senza coinvolgere ovviamente l’aspetto religioso, ma restando in ambito portaiolo, ai giallobianchi riescono rimonte disperate.
Era successo nei Giochi de le Porte del 2018, quando arrivò un’incredibile e per questo ancor più bella vittoria grazie all’abilità dei giocolieri, del fantino e del somaro, ma anche a una serie obbligata di incastri di risultati delle altre Porte che puntualmente si verificarono. Si è ripetuto, anche se in misura minore, ieri pomeriggio nel Palio di Primavera, la sfida tra i giovani delle quattro Porte.
Prima della corsa a pelo su somaro, infatti, data la situazione della classifica, San Donato aveva soltanto una possibilità per vincere il Palio. Ma ancora una volta i giallobianchi ce l’hanno fatta, con tutte le caselle che sono andate al posto giusto per loro, permettendo ai priori Filippo Spigarelli e Flavia Barberini di ricevere il prezioso drappo dalle mani del presidente dell’Ente Giochi, Claudio Zeni.
Emozionante il testa a testa tra Lorenzo Calderini su Taro (San Donato) e Jacopo Barberini in groppa al somaro Tex (San Benedetto), una vittoria che ha dato il via alla festa giallobianca conclusasi con il rogo della Bastola in piazza.
METEO PAZZO MA PIAZZA PIENA – Un 2 giugno caratterizzato da un tempo incerto, con pioggia a intermittenza che ha costretto l’organizzazione ad annullare il corteo storico del pomeriggio, inzuppando la sabbia stesa per le corse dei somari.
Appena il meteo ha dato una tregua, la piazza si è riempita e le gare hanno preso il via con la corsa a carretto che ha visto il successo di San Martino con Nerino, guidato dall’auriga Thomas Agostini e dal frenatore Simone Miti, che ha fatto segnare un “tempone”: 24 secondi e 72 centesimi.
Alle sue spalle Gioia di San Facondino, con auriga Jacopo Pasquarelli e frenatore Giacomo Poldi, San Donato con Taro, con auriga Nicolas Collarini e frenatore Jacopo Agostinelli, e quindi San Benedetto con Tex, con auriga Matteo Angeletti e frenatore Giacomo Germani.
ALTO LIVELLO DEI TIRATORI – Le gare con arco e fionda hanno mostrato il grande spessore tecnico dei giovani tiratori, un “settore giovanile” che promette bene e che si può dire già pronto ad affrontare l’arengo settembrino. Numerosi, come sempre più spesso accade anche nei Giochi, gli spareggi per decretare le posizioni, a testimonianza dell’equilibrio verso l’alto di fiondatori e arcieri.
Nel tiro con la fionda la vittoria è andata subito a Leonardo Mazzarella di San Benedetto con uno splendido 5 su 5, ma per stabilire le altre posizioni (visto che tutti gli altri tre avevano concluso con 4 centri su 5) sono stati necessari ben sei turni di spareggio che alla fine hanno premiato Gabriele Giayvia di San Martino, seguito da Andrea Rondelli di San Donato e Christopher Raggi di San Facondino.
A metà gare era San Martino a guidare la classifica con 21 punti, seguito da San Benedetto con 15 punti, con San Donato e San Facondino a chiudere a 12.
Nel tiro con l’arco ottima affermazione di Matteo Paoletti di San Facondino, con l’altissimo punteggio di 41. Alle sue spalle Lorenzo Bartolini di San Donato e Mattia Veglianti di San Martino, entrambi a 33 punti e costretti a un inedito spareggio, e con Lorenzo Cardoni di San Benedetto a chiudere con 27 punti.
RIMONTA SAN DONATO – Prima del via dell’ultima gara era sempre San Martino in testa con 27 punti, seguito da San Facondino con 24, San Donato con 21 e San Benedetto con 18.
Il resto l’ha fatto la corsa a pelo, con la vittoria di San Donato e l’ordine di arrivo delle altre Porte (San Benedetto, San Facondino e San Martino, quest’ultimo arrivato “scosso”) che ha permesso al palio, ideato da Flavia Valentini e riportato su tela da Carlo Brunetti, di finire nella taverna giallobianca.
Una due giorni che, nonostante il maltempo, ha confermato quanto il Palio di Primavera sia ormai radicato nel mondo dei Giochi e sia un veicolo di attrazione per la città, con le taverne che hanno lavorato a pieno ritmo e con la piazza invasa da migliaia di persone.