Si intitola “Le regole della democrazia” il comunicato di Porta San Donato nel quale i giallobianchi dissentono, ma si adeguano (proprio “per le regole della democrazia”), dalla decisione presa dall’Ente Giochi e dalle altre tre Porte di ridurre il corteo della domenica, portandolo dai 250 figuranti per Porta del sabato sera ai 130 della giornata del Palio di San Michele Arcangelo.
Non ci saranno carri allegorici, con l’eccezione di uno, sfileranno portastendardo, tamburini, giocolieri, priori, qualche figurante in costume nobiliare, gli stendardi delle arti e mestieri con loro rappresentanti.
Motivo della decisione, in estrema sintesi, la non replicabilità, per diversi motivi, della maestosità e bellezza del corteo del sabato sera che, nelle intenzioni dell’Ente e delle altre Porte, deve restare un “unicum”.
“La prima regola della democrazia stabilisce che la maggioranza vince e chi perde si adegua”, scrive San Donato commentando i 16 voti favorevoli e 5 contrari con cui è stata presa questa decisione.
“Le regole della democrazia, tuttavia, garantiscono anche il diritto al dissenso e lo esercitiamo in questa nota”, evidenzia la Porta giallobianca spiegando che “le motivazioni addotte in assemblea per il cambiamento vertevano su due elementi di fondo: la difficoltà, per alcune Porte, a garantire la domenica persone che trainassero i carri, la minore qualità estetica del corteo della domenica rispetto al sabato, manchevole spesso di personaggi, quadri, elementi di trucco.”
“Nel rispetto assoluto delle difficoltà rappresentate e dei giudizi estetici soggettivi espressi (le regole della democrazia sono anche questo), Porta San Donato – prosegue il comunicato – si è resa disponibile ad affrontare questi problemi, a cambiare ciò che non funziona, a limare, sostituire se necessario, discutendo però la questione su un tavolo ampio, dove far sedere tutte le commissioni dell’Ente, il Comune che finanzia i Giochi con esborsi importanti, fino a coinvolgere per una consulenza professionisti, dagli esperti di fotografia a scenografi esterni per capire meglio e insieme come affrontare le difficoltà e trovare anche soluzioni ad altri problemi logistici più volte sollevati. Insomma, un tavolo tecnico ampio, partecipativo e costruttivo.”
Per San Donato una modifica profonda del corteo della domenica, definito il “giorno del palcoscenico della città”, quando sono presenti in maggior numero le delegazioni ospiti e con moltissimi turisti, potrebbe avere “conseguenze più vaste di ordine economico e sotto il profilo della reputazione di quelle ipotizzabili. Abbiamo proposto in sede di assemblea di sederci su un tavolo il prossimo 1 ottobre, una volta liberi dagli impegni dei Giochi, con tutta la calma, la ponderazione e la lungimiranza che la festa più importante di Gualdo Tadino merita – scrive San Donato – Si è scelto di votare subito perché, diversamente, in una fretta incomprensibile per noi, scadevano i 100 giorni dai Giochi (termine ultimo per apportare modifiche ai regolamenti); si è scelto di bocciare la nostra ipotesi perché ”Aprire un dibattito così ampio – si è detto – ascoltando più pareri, di fatto renderebbe lungo, finanche impossibile, il cambiamento.” Eppure – evidenzia San Donato – le regole della democrazia prevedono anche la partecipazione.”
Infine San Donato attacca anche la presidenza dell’Ente Giochi per non aver tutelato le minoranze di fronte a una mancanza di collegialità nonostante, scrive la Porta giallobianca, “l’ampia disponibilità di tali minoranze a cambiare, rifuggendo assolutamente dall’arroccamento”.
“Il prossimo settembre saremo in piazza così come l’Ente Giochi ha voluto che sia, cercando di dare vita al miglior corteo possibile della domenica per quello che le nostre forze e risorse ci consentiranno, nello spirito che sempre ci contraddistingue: mai cedere al vittimismo, ma affrontare le difficoltà uniti, solidali, propositivi per noi e per la città”, conclude Porta San Donato