“L’accorato allarme lanciato dal mondo della sanità pubblica nella giornata di ieri impone a tutti i livelli istituzionali una piena assunzione di responsabilità rispetto a temi di primaria importanza sia per la vita quotidiana di tutti i cittadini, ma anche per le giuste esigenze poste dagli operatori arrivati al limite delle possibilità fisiche stante la cronica carenza di personale.”
Lo afferma il presidente di Ali Umbria, Massimiliano Presciutti, secondo cui, dopo che per decenni il sistema sanitario nazionale e regionale è stato preso a riferimento in tanti Paesi del mondo, “oggi tutto ciò rischia di essere drammaticamente compromesso da un approccio che tende sempre di più ed maniera subdola a spingere i cittadini verso la sanità privata con una evidente reintroduzione sotterranea, ma non troppo, di discriminazioni tra chi può e chi non può permettersi le cure.”
Presciutti evidenzia che in Umbria la situazione è ancora peggiore, “come aver imposto la riduzione del 25% delle ricette ai medici di medicina generale, aver tolto l’esenzione su farmaci da sempre mutuabili, non aver agito in maniera tempestiva nel reclutamento del personale. Tutto questo sta creando un mix esplosivo dove a pagare il prezzo più alto sono i cittadini utenti, soprattutto quelli più fragili, che spesso purtroppo rinunciano addirittura a curarsi.”
Per il presidente di Ali Umbria questa è “una situazione intollerabile ed inaccettabile che si ripercuote anche sulla medicina territoriale, sempre più in difficoltà, nonostante gli innumerevoli sforzi di tutto il personale giunto ormai allo stremo. Se a tutto ciò si aggiunge la paventata e scellerata possibile riduzione dei distretti, il quadro si completa verso uno smantellamento nei fatti del servizio sanitario pubblico”
Per questo secondo Presciutti occorrono subito provvedimenti “per salvare la sanità pubblica in Italia come in Umbria” e per questo annuncia la presenza dell’associazione che raggruppa oltre mille enti locali sabato 24 giugno a Roma alla manifestazione nazionale in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e rilancio del Servizio Sanitario Nazionale.
“Nei prossimi giorni ci recheremo nei territori per informare e cercare di invertire una rotta che il governo nazionale e regionale vogliono perseguire: ossia smantellare la sanità pubblica ed universale a tutto vantaggio di quella privata”, conclude Presciutti.