La segnalazione della Asl Umbria 1 è dell’11 settembre, quattro giorni fa, e nel comunicare due casi accertati di leptospirosi per due cani da caccia di diversi proprietari accomunati dall’aver frequentato un’area ben precisa del territorio comunale, chiede al Comune di Gualdo Tadino di apporre dei cartelli di avviso in prossimità delle zone umide dell’area.
La zona è quella “compresa tra la pista ciclabile, la ferrovia, il birrificio e la confluenza col torrente Rasina” (leggi la lettera). Un’area che ha all’interno anche la stalla della Porta di San Martino. Altri i casi segnalati in cani da compagnia in cui è stato chiesto dalla Asl di eseguire una derattizzazione delle proprietà, oltre a consigliare una profillassi antibiotica.
Il Comune ha segnalato la cosa con cartelli di avviso il giorno 12 settembre, dopo l’ordinanza n. 138 ma, a nostro avviso, avrebbe dovuto diramare anche un comunicato stampa, stante la pericolosità della leptospirosi non solo per gli animali, ma anche per l’uomo.
“Il serbatoio delle leptospire – si legge nella lettera della Asl Umbria 1 – è rappresentato da molte specie di animali selvatici e domestici, comprese le popolazioni murine (ratti – ndr) che le eliminano attraverso le urine, il liquido amniotico o con la placenta. La leptospirosi può manifestarsi nell’uomo come zoonosi (che spesso si manifesta come un’influenza, talora, soprattutto fra gli anziani, come grave forma generalizzata, con polmonite e sintomi neurologici – ndr) per il contatto con le urine, le feci o i fluidi biologici degli animali infetti o per aver nuotato in acque contaminate“.
La lettera, firmata dal dirigente medico Gabriella Vinti, chiede quindi al comune di apporre dei cartelli di avviso in particolare in prossimità delle zone umide dell’area descritta, affinché venga evitato il contatto di animali e persone con acque potenzialmente contaminate.