La nuova cartellonistica nell’area archeologica della Tadinum romana, sita in Sant’Antonio di Rasina, è stata installata venerdì 22 settembre.
Il progetto – curato dal Gaaum in collaborazione con il Comune di Gualdo Tadino che lo ha finanziato- è composto dalla creazione di due cartelli informativi riguardanti la pianta dell’intera area archeologica avvalendosi della sostituzione del pannello presente ormai deteriorato e la creazione di uno nuovo riportante lo studio e la ricerca fatta dal coordinatore del gruppo gualdese,Sebastien Mattioli, sulla costituzione e formazione dell’antico pozzo presente.
I nuovi pannelli verranno inaugurati domenica 1 ottobre alle 11.
L’area è stata soggetta alla campagna di scavi dal 2004-2008 con finanziamento pubblico da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria la datazione del bene scavato è del 199 a.C. – 476 d.C.
L’area della città romana di Tadinum è localizzata a sud-ovest del moderno centro di Gualdo Tadino in corrispondenza di una profonda ansa del torrente Rasina, vicino all’antico percorso della via Flaminia. Il sito, segnato nel catasto Gregoriano con il toponimo Taino, dal 2004 è stato oggetto di cinque campagne di scavo (2004-2008) da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria in collaborazione con l‘Università degli Studi di Perugia, che hanno portato alla luce cinque complessi edilizi: le terme pubbliche, il foro civile con adiacente area sacra, un’area di mercato ed una grande domus.
Le terme (scavi 2004-05) sono costituite da un grande edificio, con fronte di 40 m che si affaccia lungo la Flaminia, realizzato all’inizio del I sec. d.C. e modificato nel II e nel IV sec. d.C. Il complesso ruota intorno ad un grande ambiente centrale, pavimentato con grande lastre
calcaree alla fine del IV sec. d.C., da identificare con il frigidarium. A sud l’ambiente è chiuso da una vasca rettangolare pavimentata a mosaico, a nord da un grande ninfeo semicircolare, ad ovest da tre ambienti dotati di ipocausti e dal caldarium mentre ad est, originariamente, doveva esserci una palestra con piscina centrale che nel II sec. d.C. fu trasformata in un porticato e, successivamente, fu divisa in piccoli ambienti di servizio con una latrina. Il tepidarium è stato localizzato a sud sotto l’attuale strada moderna.
Il foro civile (scavi 2007-08) è situato a nord delle terme e ad ovest della via Flaminia. E’ strutturato su una grande piazza terrazzata limitata su quattro lati da muri di sostruzione, risalente probabilmente alla metà del I sec.a.C. All’interno quattro basi di monumenti onorari. Ad est si affaccia sulla Flaminia, ad ovest ed a nord rimangono alcune strutture a livello di fondazioni ed i piedritti di un grande arco.
L’area sacra (scavi 2008) si sviluppa a sud del foro, prima delle grandi terme. E’ costituita da un’area porticata, delimitata dal terrazzamento del foro, che si affaccia sulla via Flaminia. Il portico, realizzato all’inizio del I sec. d.C., con colonne con base in travertino ed alzato in calcaree e laterizio, nel IV sec. d.C. fu sostituito da un nuovo portico a pilastri; doveva inquadrare un edificio
le cui strutture sono state parzialmente identificate.
Il forum pecuarium o mercato del bestiame (scavi 2006), si trova a sud delle terme ed è una vasta spianata artificiale chiusa ad est da una serie di ambienti che si affacciano sulla Flaminia.
L’ambiente più antico, databile al 100 a.C., viene identificato come sacello di Ercole in base ad una iscrizione del II sec. d.C. trovata nei pressi, che ne documenta il restauro. Nel I sec.d.C. il piazzale viene rialzato e pavimentato a ghiaia, mentre la fascia compresa tra il sacello e la Flaminia viene pavimentata a lastre calcaree. Nel II sec. d.C. sul lastricato viene costruita una fontana, poi
trasformata in una cisterna e, successivamente, riempita con lo smantellamento del sacello.
L’intero complesso è probabilmente da identificare con il foro commerciale del municipio: si tratta del mercato del bestiame per l’associazione al culto di Ercole. La vocazione pubblica dell’area è testimoniata da una dedica all’imperatore Gordiano III, del 238 d.C., apposta su una base di statua.
La domus (scavi 2005-08) è situata a sud del forum pecuarium, in posizione più arretrata rispetto alla via Flaminia. Ad ovest si sviluppa il nucleo centrale costituito da ambienti pavimentati in cocciopesto, decorato a motivi geometrici, con un fronte porticato che si affaccia su un’area scoperta. Gli ambienti erano riscaldati con ipocausti e decorati in tardo II stile. Nel II sec. d.C. ad est del nucleo centrale viene realizzato un piccolo complesso termale con un vano – frigidarium pavimentato a mosaico su cui si affacciano due vasche, quattro ambienti riscaldati con ipocausti, un prefurnio ed una piccola latrina. Gli interventi di scavo del 2008 in questo settore hanno interessato l’intera area del peristilio ed hanno indagato i livelli di frequentazione dall’età tardo-repubblicana (I fase della domus) all’età tardoantica (fase di spoliazione).
L’origine dell’insediamento ed i livelli di abbandono.
I livelli pavimentali nell’area delle terme al di sotto della fase tiberiana, datano l’origine dell’insediamento alla prima metà del II sec. a.C., contestualmente all’apertura della via Flaminia (220 a.C.) ed all’abbandono del centro preromano di Colli Mori, identificato con la Tadinum umbra.
L’abbandono della città romana, invece, è da collocare all’inizio del V sec. d.C. con la calata dei Visigoti di Alarico (408-410 d.C.) lungo l’asse della via Flaminia. Ad una fase successiva risale una piccola area con sepolture d’età longobarda, testimoniata da rinvenimenti monetali.
Le sole tracce di una frequentazione prolungata si hanno nel forum pecuarium, dove sono state identificate strutture databili al pieno V sec. d.C., sopravvivenza dovuta alla vocazione commerciale del complesso.