Sono 4.661 gli stranieri residenti nel comprensorio eugubino-gualdese, pari all’8% della popolazione. Un dato in leggerissimo aumento rispetto all’anno precedente di 42 unità (i dati elaborati sono del 30 settembre 2022). Fossato di Vico si conferma in percentuale (15,07) il comune con la presenza più alta di immigrati, seppure in calo di oltre tre punti negli ultimi anni. Un dato quasi doppio rispetto a quello nazionale ed europeo, pari all’8,5%.
Segue Nocera Umbra con il 10,74% quindi Gualdo Tadino con il 10,2%, in linea con la percentuale regionale che è del 10,4. L’incidenza minore è nel comune di Scheggia e Pascelupo con il 4,88%, dopo molti anni in cui Sigillo aveva mantenuto l’ultima posizione.
Le donne con il 56,81% sono in maggioranza, mentre la fascia di età più presente è quella fra i 19-40 anni con il 34,84%, segue quella tra i 41-60 al 33,56%. I romeni con il 20,8% primeggiano nella classifica delle nazionalità, seguono i marocchini con il 14,8% e gli albanesi con l’11.9%.
Per quanto riguarda la popolazione scolastica la maggior presenza, per valori assoluti, di alunni stranieri nel 2022/23 appartiene al comune di Gubbio con 4595, in calo rispetto all’anno precedente di 20 iscritti, a seguire Gualdo Tadino con 1685 e meno 5 iscritti.
Se si prende come riferimento la relazione fra gli iscritti di origine italiana e straniera, la percentuale più alta appartiene a Fossato di Vico con il 28,26%, in calo di circa il 3% rispetto al dato del 2021/22. Fra i banchi di scuola la comunità straniera maggiore è quella marocchina con il 26,71%, al secondo posto gli albanesi con il 19,22%, al terzo posto i romeni con il 17,05%, al quarto i nigeriani con l’ 11,94% in crescita di oltre il 4% rispetto allo scorso anno.
I risultati del XX Censimento degli immigrati residenti regolarmente nella zona eugubino-gualdese, raccolti ed elaborati dal Circolo Acli Ora et Labora di Fossato di Vico, sono stati presentati giovedì scorso, commentati dal presidente del circolo fossatano Francesco Pascucci e dal membro della presidenza Celine Ercoli.
Ad aprire l’incontro i saluti del presidente provinciale delle Acli di Perugia Alessandro Moretti che ha ricordato l’importanza di raccontare l’immigrazione in un modo diverso senza i soliti allarmismi, ma tenendo presente che gli stranieri vivono nelle nostre comunità e ne sono parte integrante.
Moretti ha suggerito, in occasione del prossimo censimento, di far partecipare all’incontro qualche immigrato che possa testimoniare la propria esperienza e il proprio vissuto.
Il moderatore Luca Uccellani, direttore della Caritas di Gubbio, ha aperto il suo intervento ricordando quanto il circolo Acli Ora et Labora rappresenti una risorsa per il territorio e una testimonianza di perseveranza anche per la continuità con cui propone incontri e attività: arrivare alla XX edizione del censimento ne è la prova.
Le Acli hanno avuto inoltre il pregio, ha sottolineato Uccellani, di presentare il fenomeno migratorio in modo serio, complesso, proponendo ragionamenti di ampio respiro e non dando le solite risposte scontate, semplicistiche, dettate più dalla pancia che dalla testa.
Il commento dei dati è proseguito con la presentazione delle interviste “Voci di confine”, realizzate da William Stacchiotti che ha raccolto la testimonianza di circa trenta immigrati del territorio; un’analisi più sociologica che ha spaziato dalle condizioni di vita, ai bisogni formativi, alla situazione occupazionale degli stranieri.
Gianluca Mastrovito, coordinatore nazionale Acli politiche delle immigrazioni, ha evidenziato che il tema dell’emigrazione è a primi posti nell’agenda politica, ma nonostante questa priorità “si tende a trattare questo argomento in modo grossolano e approssimativo. Un fenomeno epocale, frutto di drammi, di tragedie, di eventi che generano dolore e spingono una marea di persone a rischiare la propria pelle pur di sognare un futuro migliore. Crisi geopolitiche, climatiche, economiche, guerre, sono davvero tante e diverse le motivazioni che possono spingere donne e uomini ad abbandonare le proprie terre per cercare fortuna altrove”.
“L’approccio ad un fenomeno tanto complesso è spesso condizionato da luoghi comuni e le stesse politiche si fanno condizionare. Si seguono le paure, che vanno certo ascoltate sia quelle di chi accoglie, sia di chi arriva, ma non vanno cavalcate ed amplificate solo per un tornaconto elettorale“.
“Il mondo – ha sottolineato – è in un vortice di movimento.Dagli anni ’70 del Novecento in poi è cambiato il modo e la velocità del viaggio ed oggi siamo arrivati ad un punto in cui le persone viaggiano più delle merci. La mobilità del sud del mondo è invece paradossalmente lenta e pericolosa. Le rotte dei migranti che tentano il viaggio della speranza partendo dall’Africa subsahariana prevedono un tempo immane di sofferenze. Mediamente un anno e mezzo per arrivare solo alle coste maghrebine con la speranza di imbarcarsi e raggiungere l’agognata Europa. Viaggi pericolosi, costosi, talvolta con il rischio di annegare o finire preda di trafficanti senza scrupoli. Se a fronte di questa situazione così rischiosa si continua ad emigrare è evidente che le condizioni di quei Paesi sono drammatiche economicamente, climaticamente e umanamente e lo saranno sempre di più. In Europa vivono attualmente oltre 35 milioni di persone nate fuori dall’Ue e ci sono 19,3 milioni che risiedono in un luogo diverso da quello in cui sono nate. Al contrario di tanta parte della narrazione che si sente, in Italia la percentuale degli stranieri residenti è dell’8%, un dato molto più basso della gran parte dei Paesi europei, parlare di invasione è quindi fuorviante. L’italiano medio pensa che la presenza degli immigrati sia al 26% e che i musulmani siano il 20% quando sono solo il 3%. Gli stranieri nel nostro Paese contribuiscono al 9% del Pil e versano contributi previdenziali per 11 miliardi che consentono il pagamento di 600mila pensioni italiane. I numeri ci dicono che in Italia ed in Europa avremo sempre maggiori difficoltà a rimpiazzare la forza lavoro in futuro. Il trend demografico è evidente: all’inizio del 900, nel mondo un quarto dei cittadini era europeo, nel 2050 lo sarà solo uno su quattordici e gli over 60 in Europa saranno il 35%. Numeri impietosi che dovrebbero portare a delle scelte lungimiranti e a canali di ingresso sicuri e regolari.”
Le proposte possibili, secondo Mastrovito, possono prevedere canali legali ed ingressi regolari in Europa, delle politiche europee e non nazionali con la necessità quindi di rivedere le regole del trattato di Dublino. E inoltre dei corridoi umanitari che funzionino veramente e un piano sul modello del famoso Marshall del dopoguerra per l’Africa in modo da poterli anche aiutare a casa loro, ma realmente, mettendoci quindi risorse vere.
La giornata si è conclusa con gli interventi di Massimiliano Presciutti, sindaco di Gualdo Tadino, Lorenzo Polidori, vicesindaco di Fossato di Vico, Annalisa Paffi, vicesindaco di Sigillo, e Emanuele Stacchiotti, comandante della Stazione Carabinieri di Fossato di Vico.