Una pressa situata all’interno dello stabilimento Saxa di Gualdo Tadino che all’improvviso viene portata via. Il tutto all’insaputa di dipendenti, sindacati e sembra addirittura che all’interno della stessa azienda si stia cercando chi ha dato l’autorizzazione. In una situazione di forte apprensione per il futuro dei lavoratori e in vista della scadenza della cassa integrazione, questa è una notizia che aggiunge sicuramente ancora più preoccupazione.
I gruppi consiliari di opposizione (Forza Italia, Lega, SiAmo Gualdo-Fratelli d’Italia e Cappelletti Sindaco) hanno diramato oggi un comunicato stampa in cui affermano di aver saputo il fatto solo dai giornali e dopo una nota dei sindacati. “Ne vorremmo conoscere la motivazione e soprattutto il perché nessuno ne sapesse nulla. Quello che tutti invece ben sappiamo è che la cassa integrazione sta giungendo al termine, senza che i lavoratori abbiano informazione alcuna su quello che ne sarà dell’azienda e del loro destino dopo il 31 dicembre. L’azienda ora non parla: dopo le rassicurazioni iniziali dell’Amministratore delegato su una possibile ripartenza, ora il silenzio assoluto e fatti che cozzano con le tante, quanto vane, promesse. Il dottor Borgomeo riferiva dell’interesse, da parte di un’azienda del modenese, all’acquisto dell’impresa gualdese: che fine ha fatto questo ipotetico acquirente? Esisteva davvero o si trattava di una nuova favola, raccontata ai dipendenti per dare loro l’ennesima falsa illusione onde evitare che insorgessero?”.
Quello che sconcerta di più le forze di opposizione è “il silenzio dell’Amministrazione comunale, soprattutto del Sindaco e dell’Assessore alla sviluppo economico. Ci ricordiamo bene come all’inizio della vicenda il Sindaco autocelebrava se stesso quale sommo risolutore di tutti i problemi legati all’allora ex Tagina. Era lui l’uomo che dalle parole passava ai fatti! Era lui stesso a dichiarare che, grazie all’arrivo di Saxa, l’azienda e i dipendenti avrebbero potuto continuare a lavorare! Le cose non sono andate esattamente così e noi, forze di opposizione lasciate sempre all’oscuro di tutto, mai informate nelle sedi istituzionali opportune sulla vicenda, lo scorso febbraio abbiamo chiesto un Consiglio comunale aperto e una commissione speciale, per dare modo di avere notizie e permettere ai lavoratori di capire cosa stesse succedendo all’azienda. Il Consiglio comunale aperto è stata l’ultima occasione per potere parlare di Saxa, poi il silenzio assoluto di Sindaco e Assessore. Anzi no, ad onor del vero va detto che l’Amministrazione Comunale ed i Sindacati, qualcosa, purtroppo risultata solo ideologica o, peggio, demagogica, hanno detto: hanno accusato di inerzia la Regione, rea di non aver istituito un tavolo di crisi aziendale. Era solo un triste teatrino, i cui attori protagonisti interpretavano il ruolo degli scaricabarile. Sapevano bene, o perlomeno, avrebbero dovuto sapere, che senza una richiesta formale da parte dei soggetti interessati, apprendendo le notizie solo dagli articoli di giornale, la Regione non poteva certo avviare alcun percorso istituzionale”.
“Noi siamo convinti – dicono dall’opposizione – che un’Amministrazione pubblica non debba fare imprenditoria, ma sappiamo e crediamo fermamente che debba occuparsi fattivamente di accompagnare lo sviluppo economico, che abbia il dovere, istituzionale e morale, di prendere posizione rispetto a questa vicenda. Qui non si tratta più di una crisi aziendale ordinaria: siamo di fronte ad uno scenario che assume, sempre più, connotazioni drammatiche e tinte poco chiare. Se le uniche notizie ottenute pubblicamente parlano di un ipotetico smantellamento silenzioso dello stabilimento, con i dipendenti appesi ad un filo che chiedono legittimamente di conoscere le proprie prospettive, crediamo che sia nuovamente giunto il momento di chiedere pubblicamente che vengano riaperte le porte del Consiglio Comunale, con una seduta aperta che possa far chiarezza su questa ennesima batosta per il nostro territorio”.
“Anche stavolta daremo il nostro contributo in maniera franca ed onesta, come sempre – concludono da FI, FdI, CS e Lega – ma ci aspettiamo che anche da parte degli altri interlocutori vi sia il medesimo atteggiamento, senza trincerarsi nuovamente dietro scenari ipotetici o presunti che lascerebbero nuovamente nel limbo tante persone e famiglie che hanno il pieno diritto di conoscere la verità”.