Sfruttamento del lavoro aggravato dalle violenze e minacce. E’ questa l’ipotesi formulata al termine di un accertamento condotto dagli Ispettori del Lavoro di Perugia unitamente ai militari del NIL (Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro) a carico di un’azienda di allevamento di ovini operante nel territorio del comune di Gubbio, culminato con l’arresto del titolare dell’azienda.
L’intervento, effettuato nell’ambito della campagna Ue “A.L.T. Caporalato D.U.E.”, programma finanziato dal Fondo Nazionale Politiche Migratori che mira al contrasto dello sfruttamento lavorativo, compiendo al tempo stesso un’attività di tutela delle vittime, è stato eseguito in collaborazione con i carabinieri della Compagnia di Gubbio, con la locale Arma forestale e mediatori culturali dell’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), ha rilevato l’occupazione in nero di due lavoratori extracomunitari, intenti ad accudire circa 800 capi di bestiame.
Dalle informazioni raccolte in sede ispettiva, con l’ausilio dei mediatori culturali OIM, è emerso che i due dipendenti, risultati entrambi clandestini, lavoravano oltre 12 ore al giorno senza riposo settimanale, per una paga di poco superiore a due euro l’ora, oltretutto in precarie condizioni di sicurezza.
I carabinieri hanno comunicato che è stata rilevata l’assenza del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi), la mancata nominata del medico competente e del Responsabile del Servizio di protezione e prevenzione (RSPP), così come inesistenti erano risultati i presidi antincendio e di primo soccorso e la conformità degli impianti elettrici.
Uno dei due lavoratori, poi – riporta la nota dell’Arma – ha riferito ai carabinieri di essere stato minacciato e malmenato in alcune occasioni dal suo datore di lavoro.
La condotta di sfruttamento, poi, è emersa anche dalla situazione alloggiativa dei due dipendenti. I due vivevano in un prefabbricato messo a disposizione dal datore di lavoro fatiscente e privo dei prescritti requisiti sanitari.
Al termine degli accertamenti l’imprenditore è stato arrestato dai militari del NIL in quanto ritenuto responsabile del delitto di sfruttamento del lavoro aggravato, del delitto di favoreggiamento della permanenza nel territorio dello Stato di immigrati clandestini e del delitto di occupazione di cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno.
Inoltre, all’uomo sono state comminate ammende per 21.000 euro per il mancato rispetto delle norme prevenzionistiche (ex Dlgs 81/2008), oltre a 9.000 euro per violazioni amministrative e maxi sanzioni per il “lavoro nero”.
L’indagato, su indicazione del sostituto procuratore di turno, è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria residenza, a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia.